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tmw / milan / Editoriale
Tre idee per il derbyTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 17 aprile 2015, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Tre idee per il derby

Giornalista sportivo e scrittore. I suoi libri: “La vita è rotonda”, “Soianito”, “L’oro di Sheva”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”. Attualmente online l’ebook “La rivoluzione di Giuseppe” Gruppo Viator

La corsa al biglietto per una delle sfide meno suggestive degli ultimi lustri tra Inter e Milan, dovrebbe far riflettere sulla fame cittadina di calcio che conta. In realtà purtroppo il caos calmo dell’apatica dirigenza rossonerazzurra non lascia presagire pianificazioni né tantomeno sussulti a breve termine. Da quando Moratti ha passato la mano – e i debiti? – a Thoir l’appiattimento dell’Inter è irreversibile, nemmeno Mancini è ancora riuscito a scuotere la squadra né di conseguenza l’ambiente. Ora che Berlusconi lascia silenziosamente insinuare qualsiasi spiffero attraverso le porte dell’ufficio vendite del Milan, le perplessità dei suoi tifosi crescono proprio nello specchiarsi e nel confrontarsi su quanto (non) è accaduto da quando l’Inter è in mano indonesiane. Thoir sbarcato a Milano mettendo in cassa quattro spiccioli, non ha un progetto serio se non a parole, va e viene da casa sua dall’altra parte del pianeta alla tribuna di San Siro sempre con l’aria di capirci meno di niente su questioni di campo, mercato, strategie di pallone. Al di là di ogni pregiudizio e ogni illazione, un anno e mezzo dopo la sua acquisizione del club la domanda su cosa sia venuto a fare qui e perché è ancora attuale e legittima. Sull’altra sponda dopo quasi un decennio di ostentato distacco dalle questioni calcistiche, fatte salve le scampagnate aeree del venerdì a Milanello, Berlusconi non dà segni né di rinnovato entusiasmo sbandierato ai quattro venti dai fidati vassalli, né fa in alcun modo chiarezza sul futuro. Tanto che, onestamente, se ancora davvero esistesse una minima possibilità per Inter e Milan di qualificarsi per l’Europa di scorta verrebbe naturale domandarsi, come nel caso Thoir, cosa ci andrebbero a fare.

Radunando le forze e la fantasia, ci vengono in mente un paio di cose per animare il derby di domenica almeno sulla sponda milanista. Primo: Berlusconi batta un colpo. Attraverso Barbara o chi per lei, ma provi a fare con chiarezza il punto della situazione (come dicevamo) sulle sue idee circa il futuro prossimo del club. Secondo: la squadra abbia finalmente un rigurgito di fierezza, disputando la migliore partita della stagione per avere se non altro il primato cittadino, una volta misera consolazione, oggi minima soddisfazione. Terzo: la formazione e la tattica.

Senza essere tecnici e senza la presunzione di dettare la via maestra, chiedessero ai tifosi di scegliere per gioco non avremmo dubbi: in attacco Suso a destra, Menez centravanti, Bonaventura a sinistra con Cerci e Destro a riordinare le idee in panchina anche sul proprio, di futuro. La partita chiederà dinamismo e fantasia, non certo contropiede, quindi il nuovo Suso parrebbe proprio adatto allo scopo. A centrocampo De Jong e nessun altro dubbio con Poli e Van Ginkel, i più volenterosi, meno peggio e quindi più affidabili di un reparto numericamente povero. In difesa, con la preghiera a Mexes di non lasciare la squadra in 10 sul più bello, terzini obbligati con Antonelli a sinistra e a destra Abate al quale chiedere di seppellire le amnesie da cui è rimasto folgorato in qualche derby. Cosicché il centrale a fianco del francese sarà il più in forma o il meno informe tra i disponibili.

Dunque coraggio e un po’ di fantasia oltre a una sana, orgogliosa rabbia giunti quasi al termine di una stagione anonima e senza nerbo. Lo stesso coraggio che i tifosi dimostrano andando a decine di migliaia per vedere dal vivo uno spettacolo che si annuncerebbe in realtà noiosetto e vagamente inutile ai fini della classifica. Siccome, diceva qualcuno, quando si uccide la speranza si uccide una vita, che questo derby possa servire ai suoi presidenti finti o veri, virtuali o reali, fantocci o umani di recuperare un po’ di amor proprio nell’occuparsi del giocattolo che una volta ci avevano raccontato essere il loro amore. Ridando speranza a chi andrà a San Siro e a chi se la godrà da casa.