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Cessione o rilancio: il punto sulla vendita del Milan. Cosa succede se Berlusconi non molla…
mercoledì 4 maggio 2016, 00:00Editoriale
di Antonio Vitiello
per Milannews.it

Cessione o rilancio: il punto sulla vendita del Milan. Cosa succede se Berlusconi non molla…

Direttore di MilanNews.it, collabora con TMW Radio e Tuttomercatoweb.com. Lavora anche con INFRONT. Ospite nelle trasmissioni televisive su Sportitalia, Telelombardia e 7Gold.

Oggi giorno se non si scrive “Berlusconi ha venduto il Milan” non si è di moda. Eppure credo che bisognerebbe sempre concentrarsi sulla base dei fatti, andarci piano quando si tratta di materia berlusconiana. Rammento che un anno fa di questi tempi Mr. Bee aveva strappato un accordo per ottenere la maggioranza del Milan, poi Berlusconi cambiò idea in una notte e fece saltare la trattativa, da quel momento in poi Mr. Bee ha trovato grosse difficoltà nel trovare investitori disposti a spendere per la minoranza del club.

Non bisogna dimenticare la grande imprevedibilità del presidente Berlusconi. Ce lo descrivono molto combattuto, un giorno è propenso a vendere e il giorno dopo cambia idea, proprio perché non convintissimo di questa scelta. Eppure sappiamo tutti che passare la mano dovrebbe essere la scelta giusta, perché proseguire su questa strada sembra davvero autolesionistico. Non solo per il presidente ma per tutto il mondo Milan.

Allora proviamo a fare il punto sullo stato dei lavori tra il gruppo Fininvest e la cordata cinese. Nelle prossime ore arriverà il si di Berlusconi per la trattativa in esclusiva, che però non è vincolante. Nel senso che entrambe le parti possono uscire dalla trattativa senza pagare penali. Fininvest studia le carte per avere maggiori informazioni e sta approfondendo la composizione della cordata cinese perché vuole vederci chiaro fino all’ultimo componente, visto che sono rimasti scottati dalla trattativa con Taechaubol. Ed è probabilmente giusto così. Prima di vendere un club, per una cifra che si aggira sui 750 milioni di euro, bisogna capire a chi affidarsi, ogni mossa avventata potrebbe causare problemi in futuro, sotto l’aspetto della progettualità prima di tutto. Il patron inoltre vorrebbe restare presidente onorario e inserire un paio di clausole importanti che starebbero appesantendo il lavoro di ambo le parti. Ma la cosa più importante è avere della garanzie economiche, capire se la cordata sia capace di sostenere spese a lungo termine.

Ma torniamo alla trattativa. Nel momento in cui sarà firmata l’esclusiva si procederà con un mese circa di negoziato in cui si metterà a punto una strategia per risollevare il Milan. Sia dal punto di vista organizzativo che economico Fininvest e Berlusconi vogliono vederci chiaro, non devono esserci punti oscuri. Se alla fine della trattativa Berlusconi e la cordata cinese saranno soddisfatti, allora si arriverà al closing, se invece una delle due parti non sarà soddisfatta, cadrà la trattativa.

Ci teniamo a sottolineare l’inutilità di stabilire date precise, oggi può essere il giorno giusto, come domani o dopo. Dipende da Berlusconi e dalle sue risposte, dal suo tempo a disposizione. Siamo tutti in attesa della sua decisione e non abbiamo la sfera di cristallo per fare previsioni. Il patto di esclusività sarebbe un primo passo importante ma non definitivo e nemmeno vincolante, quindi bisogna sempre tenere presente l’alternativa ad una conclusione negativa dell’affare. Cosa succederà se Berlusconi dicesse di no? Ebbene dopo aver rifiutato tanti milioni come minimo il patron dovrebbe rilanciare con nuovi investimenti. Ma bisognerebbe prima sistemare le cose in società, ristrutturando un club con nuove figure per migliorare l’aspetto sportivo, sia nella scelta che nella gestione dei giocatori. Dopo tre anni fallimentari è giusto dare il via ad una pesante rivoluzione per resettare tutto.