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Gancikoff in Cina: sicuri che vada tutto bene? La cessione del Milan tra speranze e possibili speculazioni economiche. E chi ne paga le conseguenze è la squadra e i tifosi: serve arrivare alla fine di tutto questoTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
lunedì 25 luglio 2016, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Gancikoff in Cina: sicuri che vada tutto bene? La cessione del Milan tra speranze e possibili speculazioni economiche. E chi ne paga le conseguenze è la squadra e i tifosi: serve arrivare alla fine di tutto questo

A MilanNews.it dal 2009. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Collaboratore di Tuttosport. Inviato al seguito della squadra. Opinionista a Milan Channel e Sportitalia.

Settimana decisiva, l’ennesima, per la cessione del Milan. Vedremo che entro i prossimi sette giorni arriveranno le tanto sospirate firme sul contratto preliminare che dovrebbe poi avviare il closing per il passaggio del club rossonero nelle mani della cordata che sarà capitanata e rappresentata da Nicholas Gancikoff, il quale è già stato indicato come futuro amministratore delegato del Milan. Proprio il manager italo-inglese è da tre giorni in Cina dove starebbe limando gli ultimi dettagli tecnici (ancora?) prima di presentare le carte definitive per le firme. Alcuni dei membri del suo consorzio, che è capitanato da Sonny Wu, hanno storto un po’ il naso davanti ai conti del Milan (grosse perdite negli ultimi anni) ed è anche per questo motivo che il buon Gancikoff si è recato in Cina, per parlare di persona con chi dovrebbe poi immettere il denaro contante nell’acquisizione del Milan. Intanto in quel di Fininvest si attende che il lavoro dei legali vada avanti. Ma i dubbi sulla reale finalità dell’operazione-Milan da parte dei cinesi, negli ultimi giorni, sono aumentati. Visti i core-business dei soggetti implicati nella trattativa, non è da escludere che l’acquisizione del club sia momentanea, visto che le operazioni di private equity – delle quali si occupa Sonny Wu, ma anche Steven Zheng – consistono proprio nel prendere aziende in difficoltà (il Milan lo è), rivalutarle, farle ritornare a grandi livelli per poi rivenderle ad un prezzo tale che possa garantire una plusvalenza.

Ma la domanda che ci si deve porre è: ma va davvero tutto bene come ci raccontano le parti? Siamo così sicuri che Gancikoff non sia volato dall’altra parte del mondo per prendere di petto una situazione che, in molte sfumature, ricorda un bis di quanto vissuto con Bee lo scorso anno? Il broker thailandese, che al momento osserva quanto accade, è pronto a partire in qualsiasi momento per formalizzare quell’offerta che Fininvest ha sul tavolo da metà maggio, prima che concedesse l’esclusiva della trattativa a Galatioto e Gancikoff.

Chi sta pagando le conseguenze maggiori dei continui ritardi della cessione, però, è il Milan stesso in quanto squadra. Il mercato, al 25 di luglio, è fondamentalmente bloccato e mentre la Juventus prende Dani Alves, Benatia, Pjaca, Pjanic e Higuain, a Milanello si sono visti solo Lapadula e il parametro zero Vangioni. Il colpo più importante, forse, è quello fatto in panchina con l’arrivo di Vincenzo Montella, ma dovrà essere il campo a dirci se l’allenatore napoletano potrà durare più dei suoi ultimi 5 predecessori. Galliani continua a fare l’equilibrista, ha due operazioni di mercato virtualmente concluse (Musacchio e Zielinski), ma quando si arriva al momento di staccare gli assegni e mettere le firme sui contratti, la situazione è sempre la stessa: dobbiamo aspettare. Se in più ci mettiamo che Bacca al West Ham non ci vuole andare (altro che visite mediche già prenotate) e che il Napoli vuole prima provare a prendere Icardi, beh il rischio grossissimo è che si riviva in estate – per un periodo di tempo più lungo – ciò che è successo a gennaio ovvero un mercato in entrata da disperazione. Anche perché rimane davvero da capire se i cinesi o Fininvest, una volta firmato l’eventuale preliminare di vendita, siano disposti a mettere sul mercato quel famoso “fondo negativo concordato” che, di fatto, andrebbe a costituire il budget per il mercato, da vedere quanto corposo.