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Maldini non va da nessuna parte se non al Milan. Potrà solo con un nuovo management
"Non riuscirei mai a vedermi in un club diverso dal Milan". La lunga intervista di Paolo Maldini di oggi sembra celare una volontà, una priorità, fors'anche una speranza. Perché quella di tornare al Milan è un qualcosa che magari è sopito, ma che può svilupparsi in una maniera differente. Se è vero che nelle ultime settimane si è parlato di una cordata dall'Arabia, dall'altro Maldini potrebbe essere un nome forte qualora dovesse cambiare la proprietà.
È quindi una questione di tempo? Forse, come già successo nella sua parentesi da calciatore e, appunto, da dirigente. Un periodo di lontananza dai colori rossoneri che poi sono tornati in auge, magari anche inaspettatamente. In maniera travagliata, perché dopo poco sembrava che Rangnick avesse un'ombra pure su di lui. Poi lo Scudetto, ma anche l'addio dell'anno scorso che quasi certamente ha lasciato uno squarcio nei rapporti, come dimostrano anche le parole su Scaroni di qualche giorno fa. La realtà attuale però non lascia scampo a grandi voli pindarici: solo con un nuovo management (o proprietà, appunto) l'ex capitano potrà tornare a Mialno.
Queste le parole di Maldini sull'esperienza da dirigente. "Ho capito di voler fare il dirigente quando mi hanno chiamato, non sempre hai ben chiaro quello che vuoi fare, ma ho provato a capire quello che non avrei voluto fare. Non volevo fare l'allenatore, non volevo lavorare in televisione. Quando è arrivata l'opportunità ho analizzato bene la cosa, con Leonardo ho trovato una persona con i miei stessi principi e ideali, si parla sempre di lavoro di squadra all'interno di un club. Ho scelto di fare il dirigente in primis perché era il Milan, poi nei trentuno anni di esperienza ho avuto cose da raccontare e insegnare. Poi c'è il lavoro in sé, che è tutt'altro rispetto a ciò che ci si aspetta. Milan, Nazionale o niente? È una regola che vale soprattutto per l'Italia, non riuscirei mai a vedermi in un club diverso dal Milan".
È quindi una questione di tempo? Forse, come già successo nella sua parentesi da calciatore e, appunto, da dirigente. Un periodo di lontananza dai colori rossoneri che poi sono tornati in auge, magari anche inaspettatamente. In maniera travagliata, perché dopo poco sembrava che Rangnick avesse un'ombra pure su di lui. Poi lo Scudetto, ma anche l'addio dell'anno scorso che quasi certamente ha lasciato uno squarcio nei rapporti, come dimostrano anche le parole su Scaroni di qualche giorno fa. La realtà attuale però non lascia scampo a grandi voli pindarici: solo con un nuovo management (o proprietà, appunto) l'ex capitano potrà tornare a Mialno.
Queste le parole di Maldini sull'esperienza da dirigente. "Ho capito di voler fare il dirigente quando mi hanno chiamato, non sempre hai ben chiaro quello che vuoi fare, ma ho provato a capire quello che non avrei voluto fare. Non volevo fare l'allenatore, non volevo lavorare in televisione. Quando è arrivata l'opportunità ho analizzato bene la cosa, con Leonardo ho trovato una persona con i miei stessi principi e ideali, si parla sempre di lavoro di squadra all'interno di un club. Ho scelto di fare il dirigente in primis perché era il Milan, poi nei trentuno anni di esperienza ho avuto cose da raccontare e insegnare. Poi c'è il lavoro in sé, che è tutt'altro rispetto a ciò che ci si aspetta. Milan, Nazionale o niente? È una regola che vale soprattutto per l'Italia, non riuscirei mai a vedermi in un club diverso dal Milan".
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