Gabbiadini chiarisce l'equivoco tattico e riparte da una certezza

Manolo Gabbiadini è un attaccante. Si sente tale e non vuol essere etichettato diversamente. Il ruolo di esterno è solo un grosso equivoco che si trascina dietro dall’esperienza alla Sampdoria, quando Mihajlovic lo utilizzava a destra ma con compiti prettamente offensivi. La conferma è arrivata durante la sua intervista alla web tv della Lega Serie A (clicca qui) in cui ha specificato di sapersi adattare “largo a destra” ma pur sempre nel ruolo di attaccante. Non è un caso, dunque, che in questi mesi, nonostante la pressione dell’ambiente, Gabbiadini non abbia mai agito da esterno destro al posto di Callejon, ruolo poco coerente alle sue caratteristiche dato che richiede grande dispendio di energie e movimenti sincronizzati col resto della squadra, oltre che infinita generosità.

Gabbiadini ha altre peculiarità: garantisce profondità alla squadra, ha buona rapidità e, soprattutto, è in possesso di un sinistro micidiale, infallibile quando se ne presenta occasione. La panchina col Besiktas, anziché demoralizzarlo, lo ha rinvigorito: il rigore del 2-2, trasformato con freddezza glaciale, ha offuscato i fischi di sabato scorso facendogli (ri)assaporare l’emozione dell’urlo di uno stadio, il San Paolo, che ha esultato con (e per) lui. Si ripartirà dunque da mercoledì scorso. Gabbiadini avrà già resettato le polemiche ed è pronto a cominciare da zero. Probabilmente sarà atteso da altre panchine ma, intanto, in attesa che il mercato di gennaio chiarisca un po’ di cose, vivrà le prossime tredici sfide con la consapevolezza che il peggio è (già) alle spalle: difficile credere di poter (ri)vivere un pomeriggio d’assoluta negatività come quello – nefasto – contro la Roma.