TRIPLICE FISCHIO - Il protagonista inatteso e il clamoroso paradosso del mercato

IL PROTAGONISTA - Lo è stato Marek Hamsik per pochissimi secondi, poi Pepe Reina ha rubato la scena e, di prepotenza, s'è imposto come assoluto uomo partita (in negativo) di Napoli-Lazio. Il suo infortunio, non il primo, spalanca un'autostrada di sorrisi ai biancocelesti, che conquistano un punto d'oro rialzandosi nel momento peggiore, ad un passo dal crollo definitivo. Pareggiare dopo un minuto dallo svantaggio è ossigeno puro che alimenta la testa ed acuisce la convinzione di farcela. Per il capitano solo la magra consolazione di essere ad un solo gol dai 104 di Cavani. 

IL MOMENTO CHIAVE - Qual è il colmo per una squadra che fatica a segnare e trova finalmente la rete del vantaggio? Subire il pareggio dopo sessanta secondi. E' una mazzata psicologica alla quale è difficile sottrarsi, l'episodio che indirizza l'incontro e fa crollare il Napoli. Gli azzurri avrebbero potuto sfruttare gli spazi ed in contropiede, con determinati interpreti, provare a chiuderla. L'errore di Reina stravolge tutto e, indirettamente, condanna la squadra all'ennesima occasione persa, con troppi rimpianti da accantonare assieme agli altri.

POTEVA FAR MEGLIO? - Stavolta è una domanda lecita da porsi, un dilemma che continuerà ad essere esistenziale finché non cambierà il copione. Il Napoli ha fatto il massimo, oppure no? Si può pretendere di più da una squadra orfana di un attaccante, vittima di episodi, di errori dei singoli? Quesito di difficile soluzione che, però, può essere indirizzato sul caldo tema mercato: come mai, dopo aver speso 128 milioni, questa rosa è ancora incompleta? Perché s'è data fiducia a Gabbiadini, un pesce fuor d'acqua, nonostante si sapesse da mesi fosse incompatibile col modulo? E perché, ancora, l'impalpabile El Kaddouri - in scadenza - si fa preferire a Giaccherini?