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Da Zero a Dieci: l'incubo da scacciare, il Gargano orgoglioso, la sindrome di Insigne ed il diamante di GonzaloTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 20 agosto 2014, 10:35In Primo piano
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: l'incubo da scacciare, il Gargano orgoglioso, la sindrome di Insigne ed il diamante di Gonzalo

Zero agli aprioristici. I parrucconi di stile anglosassone che, a prescindere dal risultato e da una valutazione complessiva degli eventi, avevano ed hanno già pronta la loro sentenza. Inguaribile tentazione alla quale, purtroppo, la piazza partenopea davvero non sa resistere. Senza sinergia non si andrà mai da nessuna parte.

Uno come l’istante maledetto che suggerisce a Michu di servire Callejon invece di scegliere l’opzione più semplice: buttar giù la porta con un destro "ignorantissimo". Fare la scelta giusta, a questi livelli, fa la differenza. Imparare a gestire una pressione come quella del San Paolo richiede degli attributi che non distribuiscono in sala mensa. Forza ragazzo.

Due anni in giro tra Milano e Parma, prima dell’inatteso ritorno in azzurro. In un concentrato di emozioni difficile da prevedere, Walter Gargano si ritrova catapultato titolare in una gara dall’enorme peso specifico. L’accoglienza del San Paolo non è delle migliori, la reazione di Walter è di uno che – al di là dei noti limiti tecnici – nella vita non ha mai alzato bandiera bianca nemmeno dinanzi all’ostacolo all’apparenza insormontabile.  

Tre le scelte di Rafa Benitez che hanno fatto discutere nell’immediata vigilia. Detto del generoso Gargano, restano perplessità sul posizionamento di Britos sulla fascia e la decisione di tenere Mertens fuori dalla gara in favore di Insigne. Il fare, suggerisce il pensiero filosofico, è l’unico modo per sbagliare. La prudenza, però, avrebbe potuto – e forse dovuto – indurre ad un atteggiamento più conservatore.

Quattro le occasioni clamorose fallite dal Napoli dopo la rete del pareggio. Dettagli, sfumature, imprecisioni che rischiano di trasformare il sogno Champions di piena estate in un incubo che ci seguirà per tutta la stagione.

Cinque alla manovra azzurra. Poco fluida, senza idee in mediana e senza spinta dai laterali bassi. Sicuramente un passo indietro rispetto al Napoli che avevamo ammirato nella scorsa stagione, sintomo evidente che la condizione non è ancora quella dei giorni migliori. E non potrebbe essere altrimenti.

Sei alla reazione. Giocare contro il Bilbao, chi pensava il contrario non ha mai visto la Liga nella scorsa stagione, non era certo facile. Squadra tignosa quella basca, avversario fastidioso da affrontare se passi anche in svantaggio. La tavola era apparecchiata per la cena dei disfattisti, la reazione è stata quella di una squadra capace di sovvertire un destino che prende la strada sbagliata.

Sette giorni per preparare al meglio la trasferta in terra basca. Sette giorni per guardarsi negli occhi e capire, a pieno, quanto potenziale ci sia in questa squadra e valutare la strategia migliore per stanare l’Athletic nella sua tana. A Rafa il compito di trovare le parole giuste. Alla squadra il compito di assimilarle. E’ finita si dice soltanto quando è davvero finita.

Otto minuti ed Insigne ha il pallone che può dare un volto diverso alla gara e, verosimilmente, alla stagione. Come una Penelope partenopea Lorenzo continua a mixare grandi prestazioni a serata come quella di ieri che lasciano un amaro in bocca difficile da cancellare. Indolente, impaurito e sempre ai margini di una storia che lo vorrebbe invece protagonista.

Nove alla luce in fondo al tunnel. Senza Mertens sembra di essere ad una festa dove non ti diverti per niente, poi arriva il belga tira su il volume e cambia la storia. Abbina estetica ed efficienza, mette d’accordo ogni fazione contrapposta. Deve giocare sempre. Punto.

Dieci alla classe cristallina. Come uno Swarovski trovando passeggiando su un prato, Gonzalo Higuain fabbrica un diamante che solo un artista come lui poteva concepire. Tra un manipolo di avversari ha la lucidità per tirare fuori martello e scalpello e modellare un’opera d’arte da consegnare ai posteri. C’è un nuovo monumento da celebrare in terra partenopea. La firma è solo di Gonzalo.