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La corsa alla Champions è una questione tutta romana?TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 23 marzo 2015, 20:30Rubriche
di Vincenzo Perrella
per Tuttonapoli.net

La corsa alla Champions è una questione tutta romana?

Nella 28esima di Serie A 2014-2015, il Napoli perde ancora punti in casa contro una piccola (l’Atalanta). Ci mette del suo pure l’arbitro Calvarese. Ma basta a giustificare il Napoli?

Alla 28esima giornata 2013-2014 il Napoli contava 58 punti. Alla 28esima giornata 2014-2015 il Napoli ne conta 47. Probabilmente è inutile comparare sempre la stagione attuale con quella scorsa, ma i numeri sono un parametro troppo importante per non essere valutati. Il Napoli ha avuto per due mesi la possibilità di rincorrere e superare al secondo posto la Roma, una Roma in affanno che ha perso punti su punti. Ma gli azzurri (che chiamiamo così per convenzione, ma ormai il club pare aver abbandonato i colori tanto amati dai tifosi: altra scelta discutibile e inaccetabile della società) non ne hanno mai approfittato. Poi la Roma (prossima avversaria) ha vinto a Cesena e i suoi punti di vantaggio sul Napoli sono tornati 6.

E anche la corsa al terzo posto sembra compromessa. Alla terza giornata di ritorno, il Napoli batteva l’Udinese mentre la Lazio perdeva in casa col Genoa. Sembrava fatta per il Napoli. Ma da quel momento in poi, il Napoli ha collezionato 5 punti in 6 gare, mentre la Lazio ha vinto 6 gare di fila, battendo tra gli altri Palermo, Torino e Verona, squadre che invece hanno maramaldeggiato col Napoli, battendolo inesorabilmente. Ben 13 punti più del Napoli in sole 6 gare e la classifica dice che la Lazio ha 52 punti a fronte dei 47 del Napoli.

E pure la Samp ha scavalcato il Napoli, avendo battuto per 1-0 l’Inter (altra squadra imbattuta col Napoli). Ora i blucerchiati sono a quota 48. Infine, non dimentichiamo la Fiorentina che segue il Napoli ad un solo punto di distacco (i viola vincevano ad Udine per 2-1. Se Kone non avesse pareggiato, anche i gigliati avrebbero sorpassato il Napoli). In parole povere, a 10 turni dalla fine, il Napoli è quinto in classifica, staccato dalla corsa alla Champions ed in piena bagarre Europa League. E forse sarebbe meglio non ricordare che la Juventus ha 20 punti più degli azzurri. L’anno scorso, il distacco finale fu di 24 punti!

Se non fosse per i quarti di finale di Europa League, la semifinale di Coppa Italia (con la finale a portata di mano) e la Supercoppa già vinta, potremmo fin da ora parlare di stagione fallimentare. Ad inizio stagione, con toni trionfalistici e ottimisti, si parlava di scudetto. Ma oggettivamente gli obiettivi dovevano essere il secondo o il terzo posto, del tutto alla portata del Napoli. Ed invece, dopo un calciomercato estivo sbagliato ed uno invernale incompleto, oggi la squadra si ritrova tagliata fuori dalla lotta Champions, l’unica che consentirebbe al Napoli contiuità nel suo progetto di crescita. Già, “progetto di crescita”. Sono anni che se ne parla, ma ogni volta finisce un ciclo con un allenatore diverso e bisogna ricominciare. Anche dopo Benitez (non all'altezza della sua fama) sarà così. Il tecnico spagnolo sta deludendo per mancanza di flessibilità tattica e troppe indecisioni nelle sostituzioni (anche contro l'Atalanta in 10).

Vincere l’Europa League vorrebbe significare ugualmente Champions League, ma non è detto che si realizzi. Anzi! Lo scoglio Wolfsburg è molto alto per questo Napoli.

A fine gara, contro l’Atalanta, dopo un 1-1 salvato in extremis da Zapata, che rimedia lo 0-1 firmato da Pinilla (e dall’arbitro Calvarese), gli azzurri, sono stati fischiati dai tifosi (nel giorno del dolore per la perdita di Pasquale D’Angelo). Una contestazione civile e pacata. Ben altra cosa rispetto a quella dei tifosi romanisti dopo Roma-Fiorentina di Europa League. Un tifoso giallorosso si è appostato sulla balaustra che separa la curva dal campo per parlare con Totti. Sembrava un po’ la scena di Napoli-Fiorentina di Coppa Italia, col capo ultrà Gennaro De Tommaso che parlava con Hamsik. Già, era proprio la stessa scena. Ma come al solito, l’accaduto è stato visto in maniera diametralmente opposta dai media italiani: risalto massimo per l’ultrà del Napoli, risalto nullo per l’ultrà romanista.