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Da Zero a Dieci: la pugnalata dopo l'abbraccio, il caffè sospeso, il panico nella capitale, Gonzalo di Caprio e la risposta alle accuse di FerreroTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 27 aprile 2015, 08:50In Primo piano
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: la pugnalata dopo l'abbraccio, il caffè sospeso, il panico nella capitale, Gonzalo di Caprio e la risposta alle accuse di Ferrero

Zero a chi pensa di poter passare, in maniera indolore, da Rafa Benitez a Sinisa Mihajlovic. Come pretendere di attraversare l'Acheronte e non rendersi conto di aver messo piede all'Inferno o, per andare più sul materiale, provare ad ottenere del caviale lavorando le uova di rospo e non quelle di uno storione. Troppa differenza. Per natura, per vocazione, per filosofia. Tutto SOMMAto (Mario, dai fai il bravo), qui faremmo ancora carte false - se l'alternativa prospettato è il serbo - per tenerci questo spagnolo che, tanto ci fa arrabbiare e tanto ci affascina per il modo di conquistarci con questi sprazzi di onnipotenza assoluta.

Uno come il caffè sospeso per Viviano che ogni napoletano, tifoso azzurro (ebbene si, c'è anche chi riesce a scindere le due cose in questo mondo assurdo), si impegna a lasciare pagato al portiere doriano per le sue future visite partenopee. Caro Viviano, le modalità di riscossione sono piuttosto semplici: entra in qualsiasi bar, dichiarati come l'autore della papera colossale che ha permesso al Napoli di ribaltare la gara con la Sampdoria ed il caffè per te sarà gratis. Per sempre.

Due minuti e Doveri ammonisce Britos. Premesso che, nemmeno Leonida con i suoi 300 avrebbe potuto fermare il Napoli del San Paolo, e che alla fine Doveri ha fatto il suo di dovere, non riusciremo mai a capire la scelta - o meglio l'opportunità - di designare un direttore di gara della capitale per una gara del Napoli in questo momento. Misteri di casa Aia (non quelli dei polli), che la storiella del prevenire che è meglio che curare proprio non l'ha imparata. 

Tre vittorie consecutive in campionato. Tre ululati potenti, di quelli che spaventano il resto della foresta. Tre squilli nel momento peggiore, quando il segnale sembrava perso ed il gps non dava più traccia degli azzurri dopo la sconfitta immeritata dell'Olimpico contro la Roma.  

Quattro reti per ridicolizzare la Samp, dieci nelle ultime tre in campionato, ma potevano essere il doppio, o forse il triplo. Marcature che raccontano in maniera sommaria del potenziale sconfinato di questa squadra, che dalla cintola in su è più dotata di Pamela Anderson dopo l'ennesimo passaggio dal gommista. 


Cinque punti recuperati in due giornate a Lazio e Roma e la ruolette, dopo che il croupier sembrava aver sentenziato il Rien ne va plus, può ancora vedere uscire il numero del Napoli nella corsa al secondo posto. Una frittata ribaltata che nemmeno nelle preparazioni della Pasquetta, una rimonta che ha tolto il sonno a Pioli e Garcia. Scene di panico per i due tecnici capitolini, dopo aver assistito alla punizione inflitta dagli azzurri alla Sampdoria. Ogni giorno, da domani, nella capitale due gazzelle si svegliano e sanno di dover correre più del leone. Il leone sta arrivando...

Sei a Mertens, capace di incidere anche senza giocare nemmeno un minuto. Gonzalo segna e corre ad abbracciare il belga, uomo spogliatoio di questo Napoli che adesso ritrova le sue certezze. Mai una parola fuori posto, dichiarazioni d'amore ripetute per la città e la maglia. I progetti vincenti nascono da grandi campioni. E da grandi uomini...

Sette assist in campionato, con quello servito a Gabbiadini, ben dodici in stagione. E' incredibile vero? Gonzalo Higuain è anche questo. Oltre i gol a raffica, le giocate devastanti, il panico che crea nelle difese avversarie per il solo fatto di esserci. Gonzalo è una macchina da calcio, una poesia che si attacca ad una pagina bianca alla perfezione, uno spartito che diviene musica nella maniera più spontanea possibile. Ferrero, il calcio italiano pare avesse bisogno anche di una figura come la sua, alla vigilia aveva parlato di un Higuain che non ha vinto nulla e che dovrebbe imparare da Eto'o. Ferrero bello, Gonzalo è come Leonardo Di Caprio. Un interprete meraviglioso, capace di essere il migliore in più ruoli, proprio come l'attore del Titanic. E cosa importa se l'Oscar non arriva. C'è una verità che si palesa ben oltre i riconiscimenti...

Otto gol dal suo arrivo in azzurro. Bottino, ed impatto, eccezionale per Manolo Gabbiadini, fortunato sul gol, sublime nel tacco che spiega le vele di Higuain verso il gol del 2-1. Prima della gara, l'astuto Manolo, abbracciava e baciava il suo ex compagno Viviano, per poi pugnalarlo alle spalle al minuto 31  come Bruto fece con il povero Giulio Cesare. Quoque tu...

Nove le vittorie al San Paolo, dove il Napoli è il miglior attacco del campionato, a quota 38, in compartecipazione con la Juventus. Gare così, ti fanno quasi pensare che prestazioni al San Paolo come quelle contro Chievo, Palermo, Cagliari, Empoli, Atalanta non siano mai esistite. Come se questa squadra, a volte, abbia compiuto il peccato devastante di compiacerci della sua infinita bellezza. D'altronde  "Se piaci a te stesso, se ti ammiri, questo è proprio il colmo della follia. Ma, d'altra parte, dispiacendo a te stesso, che cosa potresti fare di bello, di gradevole, di nobile?". Elogio della Follia. 

Dieci per la fonte eterna di calcio impressa nel dna calcistico di Lorenzo Insigne. Sgorga l'acqua che disseta gli dai piedi del Magnifico, quell'acqua che si trasforma in lacrime quando si fonde la consapevolezza di aver realizzato un gol da antologia ed il piacere narcisista di averlo fatto indossando la fascia di capitano, su quella maglia, la tua maglia, sin dalla culla. C'è qualcosa di magico in quello che accade al minuto 47' al San Paolo, una cavalcata senza valchirie, perchè non c'è spazio per altri protagonisti nella scena. Tutto si svuota, tutto perde importante. Lorenzo è la scena stessa, la carezza al pallone è il tocco lieve di un regista divino. Fuori è Magnifico. Ma tu un pò di più...