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Antonella Leardi: "Ciro sarebbe felice di questo Napoli. Mi attaccano, ma porto solo un messaggio d'amore"
lunedì 23 gennaio 2017, 14:20Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net

Antonella Leardi: "Ciro sarebbe felice di questo Napoli. Mi attaccano, ma porto solo un messaggio d'amore"

Così la madre di Ciro Esposito

Napoli e Fiorentina si ritrovano di fronte in Coppa Italia per la prima volta da quella maledetta finale di Roma del 3 maggio 2014, segnata dagli scontri prima del match in cui fu ferito a morte il giovane tifoso azzurro Ciro Esposito. Antonella Leardi, la madre del tifoso azzurro scomparso, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno: "Sentire solo il nome di questa partita mi tocca particolarmente, il ricordo è ancora molto forte".

 Qualche giorno fa, al San Carlo, ha incontrato anche Diego Maradona, che l’ha stretta in un forte abbraccio. Signora Leardi, cosa vi siete detti? "Diego mi ha fatto ancora le condoglianze, mi ha augurato che la mia vita possa ritornare felice dopo tanto dolore. Gli ho detto “Dio ti benedica”. Io e la mia famiglia volevamo anche ringraziarlo per quello che aveva fatto per Ciro in quei giorni di speranza. Ricevere la sua maglia in regalo fu per mio figlio uno degli ultimi momenti di gioia. Gli brillarono gli occhi quando Diego gli promise che appena sarebbe stato bene l’avrebbe ospitato a Dubai per quindici giorni".

Tante persone, non solo del mondo del calcio, le sono state vicino in questi ultimi anni. "In questo credo ci sia l’opera di Dio. La reazione umana a una tragedia del genere avrebbe potuto aprire a qualcosa di brutto, ma io mi sono affidata al Signore. Così da una disgrazia è nata una risposta d’amore. Questo ha avvicinato la gente. Ha meravigliato le persone e anche me".

Ci sono stati anche brutti momenti, attacchi pesanti… "Sì, cattivi pensieri che purtroppo esistono ancora. Mi fa male quando si insinuano cose orribili, come speculare sulla morte di un figlio. Io voglio solo portare un messaggio d’amore perché la cosa che più mi fa inorridire è pensare che un altro ragazzo possa morire per il calcio".

Per l’omicidio di suo figlio Daniele De Santis è stato condannato in primo grado a 26 anni di carcere. È un verdetto che la soddisfa? "Guardi, quando ti uccidono un figlio, e in un modo così brutale, nulla ti può soddisfare. Io comunque non ho mai voluto vendetta, ho sempre gridato giustizia. Me l’aspettavo e me l’aspetto ancora. I 26 anni di carcere possono andare anche bene, ma devono restare tali".

Teme una riduzione della pena in appello? "Mi auguro non avvenga. Ma purtroppo ho messo in conto anche questo".

C’è chi lavora soprattutto sul web e sui social a un ritorno del gemellaggio tra le tifoserie di Napoli e Roma. Lei pensa che sia possibile? "Io ci spero, ma credo che i tempi non siano ancora maturi. C’è qualcuno che vuole il ritorno del gemellaggio, però c’è ancora molto astio".

Ma lei si è fatta un’idea del motivo di così tanto odio? "Purtroppo il cuore dell’uomo è diventato arido. Perché i figli uccidono i genitori? Perché accade tutto questo? C’è mancanza d’amore, di valori. Succede nella vita quotidiana e quindi anche negli stadi".

In passato ha detto che da quando Ciro non c’è più guarda il calcio con gli occhi di suo figlio. Fa il tifo per il Napoli allora? "Certamente. Oggi Ciro sarebbe felice di questo Napoli diventato una big. E mio figlio avrebbe seguito anche la squadra azzurra contro il Real Madrid, la sfida degli ottavi di finale di Champions League".

Signora Leadri, per concludere: da qualche anno è attiva l’associazione «Ciro Vive», quali sono i progetti che avete creato? "Sono tanti, portiamo sorrisi e amore. Abbiamo creato eventi per bambini, come quello per l’Epifania dello scorso 4 gennaio a Scampia. Al Policlinico vecchio invece un’iniziativa con estetiste e parrucchieri per le mamme dei piccoli che soffrono. Poi c’è la squadra di calcio a 5 “Asd Ciro Vive” che milita in serie D. Sono ragazzi del quartiere e s’impegnano tanto. Io li seguo sempre, li considero figli miei".