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PASTORE A TN: "Contro la Nocerina una sentenza mediatica"TUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
sabato 19 luglio 2014, 21:00Interviste Esclusive
di Orlando Savarese
per Tuttonocerina.com

PASTORE A TN: "Contro la Nocerina una sentenza mediatica"

Non era mai accaduto alla Nocerina di essere esclusa in corso d'opera da un campionato, e ancora non ci si crede. A rilasciare un commento in merito è Ivano Pastore, che parla di sentenza mediatica come hanno fatto tanti altri prima di lui. Per chi ricorda Pastore come direttore sportivo della Nocerina, non passa di mente il fatto che questi ottenne una promozione dalla Prima Divisione alla B consegnando a mister Auteri una squadra che era di categoria e che quindi recitò il ruolo della sorpresa, e oggi lui è il ds del Rimini, che sta creando un organico competitivo. Pastore, intervistato da TuttoNocerina.com, parla anche dei molti fallimenti di questi ultimi anni, e attraverso i nostri microfoni si è prodigato anche negli auguri alla piazza sportiva di Nocera, affinché si riprenda al più presto.

“C'è stata tanta amarezza nel vedere quello che è successo. Non fa piacere vedere una società come la Nocerina, che avuto la possibilità di confrontarsi in campi importanti come Modena, Brescia o Sassuolo, cercare di trovare il giornaliero per la sopravvivenza. Comunque sono convinto che quella dell'anno scorso sia stata una sentenza mediatica. Se ne è parlato tanto e si sono scomodate anche delle cariche importanti dello stato, e ne è uscita fuori una sentenza mediatica che la città ha pagato. Se devo valutare quello che è successo di lì in poi, penso alla finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli giocata a Roma, dopo la quale (mi duole dirlo) ci è scappato addirittura un morto. Purtroppo sono stati fatti dei passaggi mediaticamente accelerati ma non del tutto giusti”.

L’ASG Nocerina dovrebbe ripartire dal basso, anche sotto la Promozione, ma il Città di Nocera, questa associazione neocostituita, spera di poter cominciare dalla D. Sarebbe comunque il quarto livello del nostro calcio.

“Se dovessero partecipare alla Serie D in soprannumero, sarei felice per loro: avrebbero molto più velocemente le possibilità di risalire dalla categoria inferiore. Vincendo il campionato e arrivando in Lega Pro, ci sarebbe solo una categoria di differenza con la Serie B. Capisco che è tutto in embrione, ma questo vale come auguro alla gente di Nocera affinché possano partecipare a quel progetto”.

Siena e Padova come piazze sportive dovrebbero ripartire dai Dilettanti, ma non è stato l’unico caso, perché Triestina e Piacenza sono fallite, l’Ascoli è fallito pur senza perdere la Prima Divisione: fa male saperlo, soprattutto se la stragrande maggioranza di queste società sono retrocesse dalla B. Perché accade così frequentemente che dopo le retrocessioni dalla B alle C sopraggiunge il fallimento?

“Non credo che una squadra che retrocede dalla B possa fallire in un anno. Se penso che il Siena ha settanta milioni di debiti non penso li abbia accumulati in un anno: il problema è che se ci sono delle regole, vanno applicate. Se ci sono persone e Organi preposti a controllare che i conti siano a posto, lo devono fare. Non penso che il Siena dopo la retrocessione dalla A alla B abbia fatto tutti questi debiti. È che si tratta di una piazza importante, si cerca di dare la possibilità di riprendersi, senza pensare però al fatto che tante volte sarà più traumatico l’impatto con il fallimento, quindi la ripartenza dalla Serie D e una ripartenza con programmi più seri. Sono fallite società blasonate, ma credo ci sarà anche qualche sorpresa a giorni… C’è da domandarsi il perché. Forse è dovuto alle gestioni: si parla spesso dei soldi che prendono i calciatori, perché sono gli unici dipendenti che magari sanno sì che le società paghino due volte le tasse. Ci sarebbero da spiegare tante cose. Forse con questo vuoto di potere oggi, c’è la speranza che lo occupi una persona che abbia veramente a cuore le sorti del calcio italiano, e che possa avere delle idee (visto che non ci sono soldi) per risollevare il movimento”.

Lei ha scelto il Rimini, che è retrocesso dalla Lega Pro alla D. Se ha fatto questa scelta è perché non solo c’è la speranza del ripescaggio, ma c’è anche l’idea di “ammazzare” l’eventuale campionato di D?

“Ho fatto questa scelta ben precisa dopo una valutazione in famiglia, quella di provare un’esperienza fuori dai confini regionali. Mi aveva chiamato la Juve Stabia, sono stato vicino a diventare il ds del Pisa, poi la loro scelta è ricaduta su Pino Vitale. Ho accettato il Rimini, ma a tutt’oggi non penso al ripescaggio: c’è una programmazione e mi auguro di portare avanti e di far crescere questa società ottenendo i risultati che ci siamo prefissati”.

Se parteciperete alla Lega Pro è perché ve lo chiede la Lega Pro?

“Certo, se ce lo chiede partecipiamo. Noi ci stiamo guardando intorno, ma ad oggi stiamo creando una squadra per vincere”.

Il Rimini ha ufficializzato tra i suoi rinforzi un difensore come Roberto Di Maio, che lei conosce benissimo per averlo avuto a Nocera, ma se è lì è anche perché è apprezzato da mister Campilongo?

“Sì, indubbiamente è gradito anche a Campilongo. Ha qualità indiscutibili, era titolare di un contratto in Lega Pro con L’Aquila, e aveva voglia di rimettersi in gioco oltre che di avvicinarsi a casa, perché Di Maio è sposato a San Marino, e mi fa piacere che abbia scelto il Rimini. Siamo certi che noi abbiamo fatto la scelta giusta: conosciamo l’uomo, e quando conosci l’uomo il calciatore viene di conseguenza”.