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Baraye: "La gente di Parma è fantastica, mi fa stare bene. Zidane il mio idolo"TUTTO mercato WEB
© foto di Giovanni Padovani/ParmaLive.com
mercoledì 7 ottobre 2015, 13:11Interviste
di Vito Aulenti
per Parmalive.com

Baraye: "La gente di Parma è fantastica, mi fa stare bene. Zidane il mio idolo"

In una lunga intervista concessa a GianlucaDiMarzio.com, l'attaccante gialloblù Yves Baraye ha parlato della sua città natia, dei suoi primi calci a pallone e dell'ottimo impatto con la gente di Parma: "Di Dakar mi manca tutto, mi mancano i miei fratelli, mi manca mia madre, mi manca mio padre, il mare e gli scherzi che facciamo assieme ai miei amici, mi manca la strada. Io vivevo in un quartiere pericoloso, dove uscire alle 10-11 di sera era davvero sconsigliato. Ho visto gente morire vicino a me, persone uccise per poco, ragazzi derubati di tutto. A Dakar non è facile vivere, perché o ti salvi dalla strada o ci finisci dentro e non ne esci più. La strada è crudele e ti prende tutto fino all’ultimo. I primi calci al pallone? Mi voleva salvare dalla miseria, Galasse Mbamcke, un senegalese che vive in Italia, mi voleva aiutare perché diceva che ero forte. Mi ha visto giocare con i miei amici, mi ha avvicinato e mi ha accompagnato a casa, a parlare con i miei genitori, li ha convinti a portarmi alla scuola calcio e a fare dei tornei con i paesi vicini e le altre scuole piene di ragazzi come me. Ero contento, finalmente potevo giocare come si deve e avere delle scarpe da calcio ‘vere’. Tanti hanno cercato di portarmi in Europa a giocare a calcio, ma mio padre non voleva separarsi da me, io andavo a scuola, vivevo la mia vita sognando che un giorno sarei diventato davvero un giocatore. Intanto continuavo a giocare fino a quando Galasse Mbamcke, mi ha parlato di un club che attenzionava i giovani e ci sapeva fare con i ragazzi di talento. Un club italiano. Allora sono andato a casa, ho preparato la valigia e sono andato via con lui, ma sapevo che sarei tornato in Senegal, non ero ancora pronto.

Piangevo mentre prendevo l’aereo. Sono andato in Francia, sono rimasto li per un anno senza giocare, ho continuato la scuola, studiavo matematica. Ma pensavo sempre al calcio, a quella proposta. L’anno è passato in fretta, io sono tornato in Senegal in vacanza, non vedevo l’ora. Li Galasse mi ha svelato la squadra italiana che mi voleva: l’Udinese. Ho parlato con Carnevale, il direttore del settore giovanile, ho fatto un provino e mi ha tesserato. Sono rimasto lì per due anni, non ho giocato mai. Sono andato al Lumezzane, poi al Chievo che mi ha mandato alla Juve Stabia e alla Torres, poi a Parma. La pizza? Ci vado matto, è l’alimento che più mi piace. A Parma la fanno buona, anche se ancora non conosco la città perché vivo a Collecchio, ma appena posso vado in centro. La gente è fantastica, mi incita e mi fa stare bene. Zidane? Io lo amo come giocatore, è stato il più forte di tutti".