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Lauria: "All'inizio abbiamo avuto tante difficoltà. La concorrenza è il vero segreto di questo Parma"
mercoledì 27 aprile 2016, 10:20Interviste
di Giuseppe Emanuele Frisone
per Parmalive.com

Lauria: "All'inizio abbiamo avuto tante difficoltà. La concorrenza è il vero segreto di questo Parma"

Intervistato ai microfoni di Teleducato, Fabio Lauria ha potuto parlare di molti argomenti. Queste le sue parole: "Noi rappresentiamo la rinascita del Parma, dopo gli avvenimenti dell'anno scorso. Vincere a Parma ha un significato particolare, perché abbiamo riportato tanta gente allo stadio".

Hai un legame particolarmente intenso con la città, tanto che in questi due giorni di riposo non sei tornato nella tua Napoli ma sei rimasto a Parma:
"Sì, mi trovo bene qui, con tutta la mia famiglia. Mi piace vivere appieno la città. Ho trovato casa in centro davanti al teatro Regio, ed è una grande fortuna, perché mi fa respirare l'aria che c'è in città. E' una città a misura d'uomo, adatta ai bambini, le persone sono molto cortesi ma non pressanti".

Sei stato testimonial di una campagna che vede protagonisti il Parma e il Teatro Regio:
"Era la prima volta che entravo in un teatro, è stato bello ed emozionante partecipare. Conosco abbastanza la storia di Parma, entrare nel teatro è stato emozionante".

Alessandro Melli ha definito il tuo gol al Romagna Centro "un gol della madonna":
"Penso fosse il destino a volermi su quella palla: venivo da due mesi di infortunio ed era tanto che non subivo un infortunio così. Era una partita bloccata, erano gli ultimi minuti e pensavo di non entrare più. Penso sia stato il destino, poi il gesto è stato istintivo e mi è venuto quel colpo molto bello".

Hai faticato a trovarti anche in panchina a volte?
"All'inizio sì, perché venivo da una stagione dove non ero mai stato messo in discussione e avevo un'autostima alle stelle. Però sappiamo che quando giochi in una piazza così c'è tanta concorrenza: questo è il vero segreto del nostro gruppo, cioè che ognuno ha accettato di stare in panchina. E' stato duro da accettare, ma siamo abbastanza adulti da capire la concorrenza".

Con un Parma così forte, qualcuno potrebbe dire che è stato facile:
"Era ovvio che si costruisse una squadra forte, perché c'era la responsabilità di vincere a tutti i costi, con questo blasone e con 10mila abbonati. Quando siamo arrivati eravamo solo in cinque, e la prima partita di campionato è stata dopo un mese. Qualcuno può anche dire che è stato scontato, ma all'inizio ci sono state tante difficoltà: dal peso della maglia, all'obbligo di vincere per forza, al fatto che qualcuno ci ha messo un po' per guadagnare la forma migliore...è stato bello anche per questo. Abbiamo avuto tante difficoltà, ma siamo riusciti a sopperire a tutto".

Nel prossimo futuro ti vedi ancora con la maglia del Parma addosso?
"La speranza è questa: come dicevo prima, quando ti trovi bene in un posto è difficile andare via. Queste, però, sono valutazioni che spettano alla società. Io mi auguro di vestire ancora la maglia crociata, poi se la società farà valutazioni diverse ne prenderò atto e sarò sempre grato a questa maglia e a questa città".

In un futuro più lontano, invece, ti immagini ancora nel mondo del calcio?
"Ho diversi progetti, però il problema è che sono nato con il pallone in mano. Vedermi al di fuori di questo mondo è dura, ma siamo tanti in questo mondo e ci vogliono le competenze. Mi sto preparando a questa eventualità: proverò a rimanere nel mondo del calcio, sicuramente".

Che tipo sei nella vita privata?
"Ho uno stile di vita molto semplice, sono andato a convivere presto con mia moglie. Andavamo a uscire, al cinema e così via, e adesso ci dedichiamo molto ai nostri figli. Ho una grande passione per i bimbi e amo molto la famiglia".

Che rapporto hai con la tua città? Porti molte maglie del Parma ai tuoi amici di Napoli?
"Sono sincero, fino a quest'anno non avrei mai pensato di vedere così tanti tifosi campani del Parma. Mi hanno scritto in tantissimi. Io, purtroppo o per fortuna, la mia città l'ho vissuta poco, perché sono andato via da Napoli a tredici anni. Poi da quando sono nati i miei figli non mi sposto molto e ci torno poco a Napoli. Questo un po' mi rende triste, perché non è un rapporto strettissimo, però sono contento di esserci nato e di aver fatto il mio percorso".

Dà fastidio questa immagine di Napoli come città della criminalità?
"Sì, è fastidioso, ma sono cose che succedono ovunque. Noi abbiamo una consapevolezza, però: abbiamo sempre il sorriso sulle labbra, e quello non ce lo toglie nessuno".

Da ragazzo eri tifoso di quale squadra e quale giocatore?
"Ero molto tifoso del Milan, è una passione che ho ereditato da mio fratello. Come giocatore ho ammirato tantissimo Totti".

Sulla tuta che porti c'è lo scudetto del Parma. Te la senti di dire che farete il possibile per conquistare lo scudetto della Serie D?
"Più che fare promesse, io direi che è il nostro dovere cercare di cucire lo scudetto sulle nostre maglie. Ma non è tanto per lo scudetto in sé, che può avere un significato particolare, ma perché quando andiamo in campo con questa maglia dobbiamo fare di tutto per vincere e per onorare la maglia. Quest'anno noi siamo sempre entrati in campo per onorare la maglia, e continueremo a farlo fino alla fine. La più forte della Serie D? Il Parma!".