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tmw / milan / Editoriale
Menez e Torres, convivenza difficileTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 28 novembre 2014, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Menez e Torres, convivenza difficile

Giornalista sportivo e scrittore. I suoi libri: “La vita è rotonda”, “Soianito”, “L’oro di Sheva”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”. Attualmente online l’ebook “La rivoluzione di Giuseppe” Gruppo Viator

Il ritornello è ossessivo come un trapano, dal fischio finale del derby di domenica scorsa ad oggi: l'ultimo successo del Milan risale al 19 ottobre scorso in casa del Verona (3-1), era la settima giornata. Nelle successive ultime 5 partite solo 4 punti su 15 eppure, in questo campionato al ribasso, il terzo posto del Napoli dista appena 4 lunghezze. Honda si è spento, El Shaarawy galleggia, la condanna a Muntari e casomai Essien non sembra avere appello, fortunatamente rientra Montolivo e con il recupero di De Jong dovrebbe essere sufficiente sorbirsene uno alla volta, almeno fino al giorno in cui Poli e/o Bonaventura non riuscissero nell’impresa di convincere finalmente di essere meglio di entrambi i colleghi di ruolo. La difesa soffre dei black-out fisici di Alex e dell’ondivaga attitudine di Zapata all’errore, mentre Rami è una piacevole sorpresa e il ritorno di Mexes è stato decente. In ogni caso, di virtù e limiti dei rossoneri sappiamo già ormai molto bene, salvo naturalmente riguardo Armero, Saponara e Van Ginkel inghiottiti nel ventre di Milanello.

Il focus adesso riguarda semmai una questione tattica non indifferente: l’attacco. Potenzialmente si tratterebbe del reparto più ricco a disposizione di Inzaghi, per attitudini, caratteristiche e doti teoriche dei suoi interpreti. In realtà i problemi non sono inferiori agli altri reparti. Un po’ perché come si temeva Honda è ripiombato nel limbo trovandosi in buona compagnia di Saponara, un po’ perché come accennato El Shaarawy galleggia, un po’ perché Pazzini risulta non pervenuto. Soprattutto, perché la convivenza tra Torres e Menez è difficile, quasi impossibile, al di là delle dichiarazioni di facciata e delle (ipotetiche) buone intenzioni. Facendo questa osservazione durante il derby, un amico ha fatto una battuta: “Con Torres la convivenza è difficile per tutta la squadra, perché gioca in 10”. La condizione dello spagnolo e il suo rendimento sono certamente un primo buon argomento di discussione. Il suo impiego non solo non sta producendo nulla sul piano pratico legato puramente al gol, ma sta privando la prima linea del suo elemento migliore: Menez. Il francese non ama, quindi non vuole, giocare sugli esterni, non essendo nemmeno adatto a fare il trequartista alle spalle del centravanti. Nel PSG di Ancelotti giocava (quando giocava) davanti a Ibrahimovic. Sembra soffocato, avulso, per di più la sua natura di solitario non gli consente di ispirare i compagni perché Menez non la passa mai. Lo allontana dall’area di rigore. A parte lo splendido gol, contro l’Inter questo problema è parso molto evidente.

L’ingresso di Pazzini può migliorare un po’ la situazione – purché stia in piedi meglio e più a lungo di Torres – per il suo modo di interpretare il ruolo, aiutando gli inserimenti non solo di Menez, ma in assoluto non risolve il problema tattico. Menez non è un “falso nueve”, un falso numero 9: Menez è un 9 puro nudo e crudo. Sarà atipico fisicamente, non è un ariete, ama partire da più lontano, ma è un centravanti. E la vita tra 2 centravanti è storicamente difficile. Praticamente impossibile. Inzaghi, uno dei più grandi centravanti della storia calcistica italiana, lo sa. Per questo probabilmente a gennaio, se Pazzini andrà via, non sarà necessario sostituirlo nel ruolo, puntando invece a qualcosa di migliore qualità a centrocampo. Questo però è un altro discorso e sappiamo bene quanto sia condizionato dalle “scelte” della società.