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Roma contro Lega sul calendario. Il vero obiettivo è la Serie A a 18 squadreTUTTO mercato WEB
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lunedì 29 aprile 2024, 20:53Serie A
di Ivan Cardia

Roma contro Lega sul calendario. Il vero obiettivo è la Serie A a 18 squadre

La Roma ha ottime ragioni per chiedere che il calendario del campionato tenga conto dei suoi impegni europei. E la Lega Serie A ne ha di altrettanto valide per respingere le richieste del club giallorosso. Dietro questo scontro istituzionale, affidato nelle sue ultime battute a indiscrezioni e missive private più che comunicati ufficiali, c'è però molto di più. Ma andiamo con ordine: cosa è successo e cosa sta succedendo?

Nelle puntate precedenti. Il primo casus belli è stata Udinese-Roma, sospesa per il malore occorso a Ndicka. Il club giallorosso, che giovedì ospiterà il Bayer Leverkusen, chiedeva di recuperare gli ultimi 18 minuti della partita contro i friulani a metà maggio, in modo da giocare sabato a Napoli e avere gli stessi giorni di recupero della formazione tedesca. Lo statuto della Lega, però, è molto chiaro: le partite sospese si possono recuperare al massimo entro 15 giorni dalla data originaria, come ha ricordato il presidente Lorenzo Casini, ragion per cui la ripresa è stata programmata e poi giocata il 25 aprile. La spiegazione non ha convinto la Roma, che ribadito le proprie proteste attraverso l'allenatore Daniele De Rossi: "Siamo l'unica squadra alla quale la propria lega dà un giorno in meno per preparare la partita europea".

Il nuovo capitolo è andato in scena nelle ultime ore. La Roma, che il 9 maggio giocherà a Leverkusen il ritorno delle semifinali di Europa League, ha chiesto alla Lega di disputare la partita contro l'Atalanta, valida per la trentaseiesima giornata di campionato, lunedì 13 maggio. Anche in questo caso la risposta è stata negativa e la partita si giocherà domenica 12 maggio: una data successiva avrebbe comportato il rinvio della finale di Coppa Italia, in programma il 15 all'Olimpico tra la stessa Dea e la Juventus, un'ipotesi ai limite dell'impossibile, secondo la Lega, considerata la macchina organizzativa in moto da diversi mesi per l'evento. A Trigoria, dove si chiedevano anche lumi in merito al recupero di Atalanta-Fiorentina (che però dipende dall'approdo degli orobici in finale di EL), il nuovo rifiuto è stato considerato, secondo le agenzie, "un altro colpo all'integrità del campionato".


Cosa c'è dietro. Sia la Roma che la Lega, si diceva in apertura, hanno le proprie rispettive buone ragioni. Il tema più ampio ci sembra però un altro e riguarda un altro scontro istituzionale in atto fra i club del massimo campionato. I no opposti ai giallorossi derivano infatti tutti da un calendario ai limiti dell'ingestibile, o forse già andato oltre. Atalanta-Fiorentina, che potrebbe giocarsi oltre l'ultima giornata, sacrificandone la contemporaneità, è lo specchio di una situazione insostenibile. Sull'argomento, la stessa Lega si è attivata insieme alle altre leghe europee e ai sindacati dei calciatori, chiedendo a FIFA e UEFA interventi concreti sul calendario internazionale. L'eccessivo numero di partite è però alla base anche di un confronto tutto interno alle società, tra le big che vorrebbero una riduzione del campionato a 18 squadre e le medio-piccole che finora sono riuscite a difendere il format a 20. La questione si allarga anche ai rapporti tesissimi fra la Lega e la FIGC presieduta da Gabriele Gravina, che a metà febbraio incontrò proprio la Roma, insieme a Inter, Juventus e Milan per orchestrare una sorta di golpe in via Rosellini. Tentativo fallito e definito "rozzo" da un esperto di politica sportiva come Adriano Galliani, ma è evidente che la cosa covi ancora sotto la cenere.

Non può essere un caso che proprio la Roma, al di là delle contingenze e delle necessità specifiche, sia al centro di questa nuova dialettica tra le istituzioni del pallone. E non è un caso che, anche da ambienti giallorossi, nelle ultime settimane si sia fatto notare come per esempio la Ligue 1 - a cui partecipano 18 squadre a differenza di Serie A, Premier e Liga - abbia concesso un turno di riposo alle proprie formazioni impegnate nelle coppe europee. La decisione, per la cronaca, ha anche incontrato pesanti critiche oltralpe, dove diversi osservatori hanno fatto notare come questo giustifichi l'attributo "piccolo" in riferimento al campionato francese. È però un dato di fatto che, in attesa di un auspicabile ma improbabile passo indietro di FIFA e UEFA, ridurre il numero di squadre consentirebbe di gestire in maniera diversa un calendario oggi ingolfato. Finora, in Lega ha prevalso la linea della maggioranza: oltre alla democrazia, pesano anche gli introiti dalle TV, che si contrarrebbero con una riduzione di due squadre e quindi settantaquattro partite sul computo totale del campionato.

Ma cosa succederà in futuro? Proprio questa vicenda potrà dare nuove argomentazioni a Roma, Inter, Juventus e Milan. E via Rosellini potrebbe avere difficoltà a gestirle: nello scontro e nelle dinamiche con la FIGC, infatti, chiede una maggior rappresentatività rispetto a quella attuale, in forza del proprio potere economico e non solo, rispetto alle serie inferiori. Applicando lo stesso criterio ai rapporti fra i club del campionato, diventerebbe difficile sul lungo periodo contestare la linea di quattro società che, secondo gli ultimi sondaggi, da sole rappresentano quasi il 70 per cento dei tifosi italiani.