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Milan, segnale alla Dea: Donnarumma decisivo, 2-0 al Frosinone
Soffre, rischia grosso ma alla fine conquista tre punti importantissimi. Missione compiuta per il Milan di Gennaro Gattuso, che batte 2-0 il Frosinone a San Siro e mette pressione all'Atalanta, che tra poco scenderà in campo all'Allianz Stadium contro la Juventus. Decisivi Piatek, Suso e soprattutto Donnarumma, che para un rigore a Ciano sul punteggio di 0-0.
Rossoneri bloccati - Ritmi bassi, poche idee e zero occasioni vere costruite. Il primo tempo è quasi un monologo rossonero, ma la squadra di Gattuso non riesce a velocizzare la manovra e a rendersi pericoloso. Dopo un paio di conclusioni di Borini, la palla gol più grande capita tra i piedi di Bakayoko, che conclude da fuori area sfiorando il palo destro. All'intervallo, però, il punteggio è fermo sullo 0-0: Romagnoli e compagni rientrano negli spogliatoi tra i fischi del pubblico.
Dall'Inferno al Paradiso in sette minuti - Il Milan rientra in campo più determinato e va vicininissimo al vantaggio con Borini: l'esterno italiano si ritrova la palla tra i piedi dopo un rimpallo, ma spara alto da posizione favorevolissima. Il Frosinone, però, continua a fare la sua partita e al 50' ha la chance per sbloccare la sfida: Paganini ruba alla ad Abate, che lo stende in area. Dal dischetto si presenta Ciano, Donnarumma si supera e fa esplodere San Siro. Come da tradizione, a gol mancato segue gol subito: lo stadio impazzisce sette minuti più tardi, quando Piatek batte di rapina Bardi, firmando il suo trentesimo centro stagionale.
Capolavoro di Suso, poi la commozione - Il vantaggio ha l'effetto di liberare i rossoneri dalla pressione e dalla tensione accumulate negli ultimi giorni. Pochi minuti più tardi Calhanoglu guadagna un calcio di punizione dal limite; sul punto di battuta si presenta Suso, che disegna una traiettoria perfetta e non lascia scampo a Bardi. L'uno-due micidiale spegne le velleità degli ospiti, che fanno da sparring-partner alla festa rossonera e alla passerella per Ignazio Abate. Gattuso concede la standing ovation e l'abbraccio dei compagni al terzino, applaudito da tutto lo stadio e sostituito da Conti. È l'ultima emozione della partita; adesso al Milan non resta che tifare Juventus. L'Europa League è assicurata, ma il sogno si chiama Champions.
Rossoneri bloccati - Ritmi bassi, poche idee e zero occasioni vere costruite. Il primo tempo è quasi un monologo rossonero, ma la squadra di Gattuso non riesce a velocizzare la manovra e a rendersi pericoloso. Dopo un paio di conclusioni di Borini, la palla gol più grande capita tra i piedi di Bakayoko, che conclude da fuori area sfiorando il palo destro. All'intervallo, però, il punteggio è fermo sullo 0-0: Romagnoli e compagni rientrano negli spogliatoi tra i fischi del pubblico.
Dall'Inferno al Paradiso in sette minuti - Il Milan rientra in campo più determinato e va vicininissimo al vantaggio con Borini: l'esterno italiano si ritrova la palla tra i piedi dopo un rimpallo, ma spara alto da posizione favorevolissima. Il Frosinone, però, continua a fare la sua partita e al 50' ha la chance per sbloccare la sfida: Paganini ruba alla ad Abate, che lo stende in area. Dal dischetto si presenta Ciano, Donnarumma si supera e fa esplodere San Siro. Come da tradizione, a gol mancato segue gol subito: lo stadio impazzisce sette minuti più tardi, quando Piatek batte di rapina Bardi, firmando il suo trentesimo centro stagionale.
Capolavoro di Suso, poi la commozione - Il vantaggio ha l'effetto di liberare i rossoneri dalla pressione e dalla tensione accumulate negli ultimi giorni. Pochi minuti più tardi Calhanoglu guadagna un calcio di punizione dal limite; sul punto di battuta si presenta Suso, che disegna una traiettoria perfetta e non lascia scampo a Bardi. L'uno-due micidiale spegne le velleità degli ospiti, che fanno da sparring-partner alla festa rossonera e alla passerella per Ignazio Abate. Gattuso concede la standing ovation e l'abbraccio dei compagni al terzino, applaudito da tutto lo stadio e sostituito da Conti. È l'ultima emozione della partita; adesso al Milan non resta che tifare Juventus. L'Europa League è assicurata, ma il sogno si chiama Champions.
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