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Omonimi in biancorosso: i Del Grosso. Alessandro e Cristiano, terzini dal profumo di Serie A
martedì 23 giugno 2020, 17:00In Primo Piano
di Gianmaria De Candia
per Tuttobari.com

Omonimi in biancorosso: i Del Grosso. Alessandro e Cristiano, terzini dal profumo di Serie A

Tra i tantissimi calciatori che hanno indossato la casacca del Bari, alcuni hanno un fattore comune: il cognome. In questa tredicesima puntata della rubrica omonimi in biancorosso, si parlerà dei Del Grosso.

Il primo è stato Alessandro, prelevato nell’estate 1999 dalla Salernitana, con cui si era ben distinto nei tre precedenti campionati. Nel suo trascorso tra le fila dei galletti fu impiegato su ambo le fasce da mister Fascetti, premiando così la sua corsa e duttilità. L’esordio arrivò il 18 settembre contro il Milan al 'San Nicola': 1-1 il finale con reti di Osmanovski e Serginho. Al termine dell’annata la squadra riuscì a centrare l’obiettivo salvezza e il difensore contribuì attivamente con 30 presenze, di cui 25 da titolare. La stagione successiva, a causa di alcuni problemi fisici e scelte tecniche, fu impiegato solo in 19 occasioni in Serie A. A fine anno il Bari retrocesse e lui ritornò alla Salernitana, lasciando la Puglia con 53 apparizioni complessive tra campionato e Coppa Italia.

Particolarmente sfortunata fu l’esperienza di Cristiano. Il terzino approdò in un ambizioso Bari negli ultimi giorni della sessione estiva del 2015. Un acquisto di rilievo per la Serie B, reduce da una lunghissima carriera in massima serie (228 presenze) con le maglie di Ascoli, Cagliari, Siena ed Atalanta. L’ottimo feeling con il tecnico Nicola garantì un impatto molto positivo: titolare 12 volte nelle prime 13 giornate, in cui realizzò anche due assist. Tuttavia a metà novembre, nella vittoriosa trasferta di Cesena, il classe ’83 subì un brutto infortunio. Tornato a Bergamo per proseguire delle cure specifiche alla caviglia, il 14 dicembre fu vittima di un grave incidente stradale, in cui si schianta contro un albero. Il calciatore viene dimesso dopo 7 giorni con una prognosi di 3 mesi, in seguito ad una serie di interventi chirurgici al viso e al naso, oltre alla frattura di costole e danni a 3 vertebre cervicali. Il campo passò così in secondo piano, anticipando la fine dell’avventura a Bari, che aveva un obbligo di riscatto in caso di promozione, caduto nella rocambolesca sconfitta ai playoff contro il Novara.