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VIOLA: "SE SONO ANCORA QUI È MERITO DEL PRESIDENTE, PER ME È COME UN PADRE"
venerdì 29 novembre 2019, 17:03In primo piano
di Redazione TuttoBenevento
per Tuttobenevento.it

VIOLA: "SE SONO ANCORA QUI È MERITO DEL PRESIDENTE, PER ME È COME UN PADRE"

Settimana di confessioni per il numero dieci giallorosso, Nicolas Viola, che dopo essersi aperto con il Corriere dello Sport, lo fa anche con il sito gianlucadimarzio.com. Il centrocampista racconta del momento in cui ci fu il primo avvicinamento con il club sannita. Lui era al Novara, quando lo chiamò Marco Baroni (i due si erano conosciuti proprio in Piemonte): “Era Baroni. Mi disse che aveva bisogno di un calciatore come me”. Anche se, confida, si convinse quando parlò con un’altra persona: “Mi convinse il Presidente Vigorito. Mi telefonò il giorno successivo, non c’era molto tempo. Mi disse che voleva la Serie A. Io gli promisi che l’avremmo raggiunta”.

Dopo quella telefonata iniziò la storia di Viola con il Benevento: “Rimasi impressionato dalla città, dalle persone e dalla qualità della squadra”. Squadra con la quale raggiunse la storica promozione in Serie A: “Avevamo fame. Eravamo guidati perfettamente da Baroni e volevamo fare qualcosa di storico”.

Un Baroni non solo stratega della panchina ma anche profetico: “Ricordo che l’allenatore, in occasione della partita con il Frosinone,  ci disse che se avessimo vinto quella partita ci avrebbe portato in Serie A e così è stato”.

Dalla bellezza e leggerezza del sogno promozione, alla durezza dell’impatto con la realtà della massima serie. Un impatto di certo non positivo: “Cambiammo tanto. Troppo. La Serie A è una categoria a parte”. Il vero Benevento si vide qualche settimana dopo l’arrivo del nuovo tecnico De Zerbi: “Ha cambiato tutto. E’ stato fondamentale. Mi ha dato una consapevolezza diversa di me stesso. I suoi allenamenti non sono semplici. Devi essere costantemente concentrato. Un aneddoto? Mi ripeteva sempre che ero forte e dovevo solo convincermene”. Quasi una venerazione calcistica quella di Nicolas Viola per il tecnico, attualmente al Sassuolo: “Nella gestione della palla diventavi padrone del gioco. Avevi sempre soluzioni diverse che altri non vedevano. Il suo è il calcio del futuro. E’ pronto per una panchina importante”.

Nonostante l’arrivo di De Zerbi e di gente del calibro di Sagna e Sandro, i giallorossi devono dire addio alla Serie A. Probabilmente quello è stato il momento in cui Viola e il Benevento sono andati più vicino a dirsi addio: “C’erano tutti i presupposti per andare via. Se sono ancora qui è merito del presidente. Per me lui è come un secondo padre. Mi chiamò dicendomi che era a conoscenza del mio desiderio, ma che Benevento ormai era casa mia e che in Serie A ci saremmo tornati insieme”.

Vigorito ma non solo, importante anche il lavoro da intermediario di Pasquale Foggia: “Ci conosciamo da tempo. Io ero un bambino e lui giocava con la prima squadra a Reggio. Spesso è capitato che venisse alla stazione per non farmi prendere il pullman. E’ stato l’intermediario perfetto tra me e il presidente. E’ un uomo ambizioso, che sta costruendo un grande futuro per il Benevento”.

Un futuro che il Benevento vuole vivere in Serie A. Il primo tentativo l’anno scorso non è andato a buon fine: “E’ stato un anno particolare. Contro il Cittadella, nei playoff, sono venuti fuori tutti insieme i limiti che avevamo palesato durante la stagione”.

Quest’anno, complice anche l’arrivo di un certo Pippo Inzaghi, la storia sembra diversa: “Il mister mi ha chiamato quest’estate mentre ero in vacanza. Mi ha fatto sentire subito importante. Io sono sempre stato tifoso del Milan, esultavo per i suoi gol. Per me lui era l’attaccante più forte del mondo. Inzaghi ci fa lavorare sempre al massimo. Ci ha trasmesso una fame e una rabbia incredibile. Entra nella testa dei calciatori e sentiamo costantemente la sua energia. Cosa mi ha colpito? La sua voglia di lavorare e di vincere. E’ un martello. Pensare a cosa ha vinto in carriera e vederlo lavorare con questa ferocia è sorprendente”.

Inutile dire che l’obiettivo, a maggior ragione quest’anno, è il ritorno in serie A: “In spogliatoio c’è tanta voglia. Siamo arrabbiati. Ambiziosi. Inzaghi prepara ogni match come una finale. Vorremmo vincerle tutte”.

Ritornare nel calcio che conta ma non più da meteora: “Mi sento un calciatore forte e voglio confermarmi con la maglia del Benevento. Questa città mi ha adottato. Quando torneremo in Serie A, lo faremo per restarci”.