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Serie A, cosa c'è dietro la sfiducia a Dal Pino? Per Calcio&Finanza anche motivi politici
Sette club hanno sfiduciato in mattinata Paolo Dal Pino, presidente di Lega Serie A che, nonostante alcune indiscrezioni in tal senso, non ha optato per le dimissioni, anche perché forte dell’appoggio degli altri tredici. Cosa ha portato le sette società (nello specifico si tratta di Juventus, Inter, Atalanta, Lazio, Napoli, Verona e Fiorentina) a questa mossa? Calcio & Finanza prova ad approfondire: in primo luogo, come peraltro esplicitato nella missiva, la gestione della trattativa con i fondi e i tanti ritardi sulla chiusura legata ai diritti TV. Ma vi sarebbero anche motivazioni politiche. Nello specifico, legate a un tema come quello dei quorum costitutivi e delle maggioranze deliberative delle leghe. Un tema con poco appeal presso i tifosi, chiaramente, ma a livello di politica del pallone. In Serie A, servono 14 voti, ovvero una maggioranza qualificata, perché una proposta passi in assemblea. Una differenza rispetto alle altre leghe, dove è sufficiente la “semplice” maggioranza assoluta (quindi 11 voti). Sul tema si è espresso nei giorni scorsi il presidente federale Gravina e lo stesso Dal Pino sarebbe pronto ad appoggiare la riforma. Che però darebbe minor potere di veto a gruppi di club e non garantirebbe una visione condivisa delle società di A. Per ora, come detto, niente dimissioni, aspettando la prossima assemblea. A maggioranza qualificata.
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