TUTTO mercato WEB
Oggi si decide il futuro degli Europei. E la UEFA si gioca la faccia
Signore e signori, c'è una sola decisione possibile. Oggi, martedì 17 marzo, la UEFA prenderà l'unica strada che può percorrere: rinviare gli Europei 2020, il bellissimo progetto itinerante di Aleksander Ceferin, che non poteva scegliere (ma non è certo colpa sua) anno peggiore. I grandi della Terra hanno capito il messaggio, conviene fermarsi: la Francia e la Spagna seguono l'esempio dell'Italia, Boris Johnson è già sceso a più miti consigli, la UE è pronta al whatever it takes, persino Donald Trump consiglia di evitare contatti per prevenire la diffusione del Coronavirus. Fuori dal mondo, restano per ora soltanto gli uffici di Nyon.
Servirà una maxi riunone. Le 55 federazioni, le leghe, l'ECA, la FIFPro. Le difficoltà ci sono, su questo non discutiamo: se rinviare la Champions è stato complicato, posticipare una rassegna continentale lo è ancora di più. È però un passo indietro necessario, che mette d'accordo quasi per intero il mondo del grande calcio europeo, a partire dalla FIGC del presidente Gravina, che l'ha ribadito in più occasioni. Su questo passaggio, d'altra parte, il nostro pallone si gioca la propria credibilità futura, la propria capacità di restare nel mondo, nell'oggi dei tifosi, spaventati e disorientati ma pronti a tanti sacrifici per difendere sé stessi e i propri cari dal COVID-19. Fermiamoci ai cinque grandi campionati: soltato Premier League e Ligue 1 si potrebbero chiudere in anticipo, assegnando il titolo a Liverpool e PSG, senza scandali. Serie A, Liga e Bundesliga sono aperte più che mai. E uscire dalla grande crisi con uno stuolo di polemiche e uno strascico di inevitabili rivendicazioni giudiziarie sarebbe un passo falso che il calcio non può permettersi. Ne va, appunto, della sua credibilità.
Euro 2021? È una delle possibilità. Ma navighiamo tutti a vista, in questo mare mosso che non ci aspettavamo perché convinti della nostra invincibilità occidentale. Cozzerebbe con i piani della stessa UEFA, ma anche con il (discusso) nuovo mondiale per club della FIFA. Che darebbe invece il suo placet a un europeo autunnale, prova generale per Qatar 2022. Nessuno, però, può al momento essere certo che la pandemia sarà davvero alle spalle in tutto il Vecchio Continente, a giugno quanto a ottobre. Di sicuro, sappiamo che, quando ne usciremo, vorremo ritrovare un po' di normalità. Ecco perché gli Europei, una festa straordinaria, devono lasciare il passo alla normale bellezza dei nostri campionati. Oggi si decide il loro futuro: autunno o 2021 poco importa, ci accontentiamo anche di un rinvio interlocutorio, nel quadro di una strada con una sola svolta possibile. Li aspetterremmo più volentieri, questi Europei, sapendo che anche i potenti di Nyon possono fare un passo indietro, come tutti noi.
Servirà una maxi riunone. Le 55 federazioni, le leghe, l'ECA, la FIFPro. Le difficoltà ci sono, su questo non discutiamo: se rinviare la Champions è stato complicato, posticipare una rassegna continentale lo è ancora di più. È però un passo indietro necessario, che mette d'accordo quasi per intero il mondo del grande calcio europeo, a partire dalla FIGC del presidente Gravina, che l'ha ribadito in più occasioni. Su questo passaggio, d'altra parte, il nostro pallone si gioca la propria credibilità futura, la propria capacità di restare nel mondo, nell'oggi dei tifosi, spaventati e disorientati ma pronti a tanti sacrifici per difendere sé stessi e i propri cari dal COVID-19. Fermiamoci ai cinque grandi campionati: soltato Premier League e Ligue 1 si potrebbero chiudere in anticipo, assegnando il titolo a Liverpool e PSG, senza scandali. Serie A, Liga e Bundesliga sono aperte più che mai. E uscire dalla grande crisi con uno stuolo di polemiche e uno strascico di inevitabili rivendicazioni giudiziarie sarebbe un passo falso che il calcio non può permettersi. Ne va, appunto, della sua credibilità.
Euro 2021? È una delle possibilità. Ma navighiamo tutti a vista, in questo mare mosso che non ci aspettavamo perché convinti della nostra invincibilità occidentale. Cozzerebbe con i piani della stessa UEFA, ma anche con il (discusso) nuovo mondiale per club della FIFA. Che darebbe invece il suo placet a un europeo autunnale, prova generale per Qatar 2022. Nessuno, però, può al momento essere certo che la pandemia sarà davvero alle spalle in tutto il Vecchio Continente, a giugno quanto a ottobre. Di sicuro, sappiamo che, quando ne usciremo, vorremo ritrovare un po' di normalità. Ecco perché gli Europei, una festa straordinaria, devono lasciare il passo alla normale bellezza dei nostri campionati. Oggi si decide il loro futuro: autunno o 2021 poco importa, ci accontentiamo anche di un rinvio interlocutorio, nel quadro di una strada con una sola svolta possibile. Li aspetterremmo più volentieri, questi Europei, sapendo che anche i potenti di Nyon possono fare un passo indietro, come tutti noi.
Altre notizie
Ultime dai canali
juventusQui Tuttosport - Xavier Jacobelli: "Perché la Juve ha bisogno di essere rifatta da capo a piedi"
juventusL'Atletico insiste per Le Normand
milanTOP NEWS del 10 maggio - Theo e Leao fuori, le parole di Pioli, gli investimenti sul mercato
milanPellegatti: "Togliamo l'attenzione su Conte e parliamo di Thiago Motta: spero ancora in un varco dove si possa inserire il Milan"
juventusGreenwood, sfida tra Juve e Atletico, costo 15 milioni
juventusFortunato: ''Thiago Motta è bravo, ma essere alla Juve è un'altra cosa''
fantacalcioLe probabili formazioni di Juventus-Salernitana: Yildiz recupera, Candreva in forse
milanPastore: "Do per scontato che il Milan sappia già il nuovo allenatore"
Primo piano