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Il Real Madrid vince la Champions numero 14: a decidere è Vinicius, capolavoro di Ancelotti
Ancora una volta, immensamente, Carlo Ancelotti. La quinta per Marcelo, in panchina, ma la prima per Courtois, uomo simbolo di questa finale. La quinta anche per Benzema, in gol anche in finale ma con il Var acceso. L'uomo Simbolo, con la S maiuscola, di questo Real. Contro tutto e tutti, con gli sfavori del pronostico praticamente dagli ottavi fino alla Champions, alzata dal francese. La classe di Modric, intramontabile nella giocata che dà avvio all'1-0 di Vinicius, il tocco del brasiliano, tutt'altro che freddo in altre occasioni, che da due passi insacca. Una finale giocata all'Italiana e vinta così.
Una finale iniziata con le note dolenti fuori dallo Stade De France. Perché i tifosi del Real Madrid sono tutti nello stadio a quasi un'ora dall'inizio, mentre quelli del Liverpool finiscono in una coda infinita. A un certo punto la polizia decide di chiudere i cancelli, con conseguente ammassamento che rischia di portare alla catastrofe. La partita viene rimandata la prima volta di 15 minuti perché alle porte di entrata i tifosi del Liverpool sono tutti ammassati, più di qualcuno cerca di scavalcare - non solo supporter di Real Madrid o Liverpool - e qualcuno ci riesce, scappando alla polizia e trovando posto sugli spalti. La polizia prova a calmare gli animi, anche con spray urticante, al peperoncino e qualche lacrimogeno. Il tutto mentre i tifosi del Liverpool danno la colpa all'organizzazione: vero a metà, perché avrebbero potuto scegliere un'entrata più scaglionata.
In campo i Reds hanno la meglio per i primi quarantacinque minuti. Perché la qualità sembra più alta, di sicuro lo è il ritmo. I tre davanti provano con la fantasia a scardinare la difesa del Real Madrid, trovando un grande Courtois in almeno due occasioni - straordinario nella parata su Salah - ma anche la sfortuna nella penetrazione di Mané, che colpisce il palo con il portiere belga oramai battuto. I Blancos sono placidi nel possesso e nel movimento, senza forzare il passaggio e provando in contropiede a bucare la retroguardia avversaria. Situazione che non riesce benissimo almeno fino al quarantesimo, quando un movimento di Benzema viene premiato: il francese entra in area, pensa troppo a cosa fare e perde il possesso, lo ritrova dopo un harakiri firmato da Konate e Alisson, sparando in porta. È fuorigioco, ma a Turpin serve il Var e qualche minuto di revisione per decretarlo con certezza.
Una situazione che mina le certezze Liverpool in finire di tempo, perché Alisson deve sventare ancora una volta su Benzema (dopo un'indecisione della retroguardia). Nella seconda frazione il canovaccio è più o meno lo stesso, ma con meno furore agonistico. Così quando Robertson cerca un pressing troppo alto su Modric, bravissimo a eluderne l'intervento e verticalizzare, il gioco è fatto. Valverde si prende tutta la fascia arrivando fino in fondo e ciabattando, ma sul secondo palo Vinicius è lì per raccogliere l'assist (non voluto) è l'1-0 che decide la gara.
Il Liverpool le prova tutte, ma la gara da italiano di Ancelotti è servita. Perché poi il Real Madrid si rintana nella sua metà campo a protezione di un insuperabile Courtois, alla prima Champions della sua vita. Parate straordinarie, quelle del belga, che pone il sigillo sulla voglia di rivincita di Salah, frustrata nel diagonale da pochi passi: la palla colpisce il braccio di Courtois e va fuori di pochissimo. Il Real non gioca le finali, le vince. E chi è quarantenne non si ricorda di un trofeo continentale perso in finale dai Blancos. Un motivo ci sarà.
Una finale iniziata con le note dolenti fuori dallo Stade De France. Perché i tifosi del Real Madrid sono tutti nello stadio a quasi un'ora dall'inizio, mentre quelli del Liverpool finiscono in una coda infinita. A un certo punto la polizia decide di chiudere i cancelli, con conseguente ammassamento che rischia di portare alla catastrofe. La partita viene rimandata la prima volta di 15 minuti perché alle porte di entrata i tifosi del Liverpool sono tutti ammassati, più di qualcuno cerca di scavalcare - non solo supporter di Real Madrid o Liverpool - e qualcuno ci riesce, scappando alla polizia e trovando posto sugli spalti. La polizia prova a calmare gli animi, anche con spray urticante, al peperoncino e qualche lacrimogeno. Il tutto mentre i tifosi del Liverpool danno la colpa all'organizzazione: vero a metà, perché avrebbero potuto scegliere un'entrata più scaglionata.
In campo i Reds hanno la meglio per i primi quarantacinque minuti. Perché la qualità sembra più alta, di sicuro lo è il ritmo. I tre davanti provano con la fantasia a scardinare la difesa del Real Madrid, trovando un grande Courtois in almeno due occasioni - straordinario nella parata su Salah - ma anche la sfortuna nella penetrazione di Mané, che colpisce il palo con il portiere belga oramai battuto. I Blancos sono placidi nel possesso e nel movimento, senza forzare il passaggio e provando in contropiede a bucare la retroguardia avversaria. Situazione che non riesce benissimo almeno fino al quarantesimo, quando un movimento di Benzema viene premiato: il francese entra in area, pensa troppo a cosa fare e perde il possesso, lo ritrova dopo un harakiri firmato da Konate e Alisson, sparando in porta. È fuorigioco, ma a Turpin serve il Var e qualche minuto di revisione per decretarlo con certezza.
Una situazione che mina le certezze Liverpool in finire di tempo, perché Alisson deve sventare ancora una volta su Benzema (dopo un'indecisione della retroguardia). Nella seconda frazione il canovaccio è più o meno lo stesso, ma con meno furore agonistico. Così quando Robertson cerca un pressing troppo alto su Modric, bravissimo a eluderne l'intervento e verticalizzare, il gioco è fatto. Valverde si prende tutta la fascia arrivando fino in fondo e ciabattando, ma sul secondo palo Vinicius è lì per raccogliere l'assist (non voluto) è l'1-0 che decide la gara.
Il Liverpool le prova tutte, ma la gara da italiano di Ancelotti è servita. Perché poi il Real Madrid si rintana nella sua metà campo a protezione di un insuperabile Courtois, alla prima Champions della sua vita. Parate straordinarie, quelle del belga, che pone il sigillo sulla voglia di rivincita di Salah, frustrata nel diagonale da pochi passi: la palla colpisce il braccio di Courtois e va fuori di pochissimo. Il Real non gioca le finali, le vince. E chi è quarantenne non si ricorda di un trofeo continentale perso in finale dai Blancos. Un motivo ci sarà.
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