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La Lega B non approva la riforma e chiede chiarimenti alla FIGC: due i nodi da sciogliere
La Lega B ha chiesto chiarimenti alla FIGC sulla riforma dei campionati che sarà discussa nel prossimo Consiglio Federale che si terrà il 28 marzo, e dunque non ha votato la proposta avanzata dalla Federcalcio. A non convincere le venti società cadette alcune modifiche apportate al documento rispetto a quello approvato il 5 marzo scorso.
Come riporta La Gazzetta dello Sport “nella prima era stato garantito il rispetto dei medesimi indici economico-finanziari alle tre leghe professionistiche per ottenere le licenze nazionali, nella seconda invece è stato chiarito che quei criteri valgono solo per la B e la C, ma non per la Serie A, che così avrebbe condizioni più agevolate”. Il problema si verrebbe a creare al momento della retrocessione di un club della massima serie che rischierebbe di non rientrare nei parametri della seconda serie se non ricorrendo alla ristrutturazione del debito col rischio di alterare la competizione.
Come sottolinea invece Tuttosport la Serie B avrebbe inoltre ribadito la simmetria fra promozione e retrocessione (ovvero 3 promozioni e 3 retrocessioni) giudicando l’attuale format penalizzante visto che ogni anno c’è un turnover del 35% delle squadre che rende impossibile la pianificazione. Dal confronto è scaturita una nota, approvata all’unanimità, trasmessa in Figc.
Come riporta La Gazzetta dello Sport “nella prima era stato garantito il rispetto dei medesimi indici economico-finanziari alle tre leghe professionistiche per ottenere le licenze nazionali, nella seconda invece è stato chiarito che quei criteri valgono solo per la B e la C, ma non per la Serie A, che così avrebbe condizioni più agevolate”. Il problema si verrebbe a creare al momento della retrocessione di un club della massima serie che rischierebbe di non rientrare nei parametri della seconda serie se non ricorrendo alla ristrutturazione del debito col rischio di alterare la competizione.
Come sottolinea invece Tuttosport la Serie B avrebbe inoltre ribadito la simmetria fra promozione e retrocessione (ovvero 3 promozioni e 3 retrocessioni) giudicando l’attuale format penalizzante visto che ogni anno c’è un turnover del 35% delle squadre che rende impossibile la pianificazione. Dal confronto è scaturita una nota, approvata all’unanimità, trasmessa in Figc.
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