Ramon Vega, il difensore con la passione per il business

Stagione 1996/97. Cellino sceglie Gregorio Perez, collaboratore strettissimo di Tabarez, per affrontare la stagione. Osservando gli Europei giocati in Inghilterra, l' allenatore uruguaiano "prega" Cellino di regalargli 2 giocatori svizzeri: tra questi c'è il difensore centrale Ramon Vega. La trattativa non si rivelò semplice per l' interesse forte del Milan. Alla fine la spuntò il Cagliari che con una cifra poco inferiore ai 5 miliardi di lire si assicurò uno dei migliori centrali allora in circolazione. Ma i risultati furono subito molto deludenti: lentezza e soventi amnesie difensive lo portarono presto ad essere estromesso dall' undici titolare. Dopo 6 sole giornate Cellino diede il benservito a Perez per affidarsi al buon Carletto Mazzone che quasi subito intuisce la scarsa confidenza del giocatore con il campionato italiano.

E fu così che durante la finestra invernale di mercato il Tottenham sbarcò a Cagliari con un' offerta di 10 miliardi di lire per il giocatore. Una plusvalenza da record considerando il prezzo di acquisto di 7 mesi prima ed il rendimento del giocatore stesso. Cellino non si lasciò scappare l' affare. Dopo quattro anni al Tottenham (passati più che altro tra panca e tribuna, nonchè tante critiche da stampa e tifosi), il buon Ramon passò per Glasgow, Watford e Crèteil prima di appendere gli scarpini al chiodo nel 2003 e dedicarsi all' attività di business man. Fonda 2 scuole calcio che non ebbero grande successo. Poi fonda la Duet Group, azienda che si occupa di private equity: in poche parole compra azioni da società definite target e apporta nuovi capitali. In seguito si è dedicato all’acquisizione e gestione di hotel di lusso in Svizzera. Clamoroso nel febbraio 2009 fu il flop di una cordata da lui capeggiata per rilevare il Portsmouth. Il valore del club si aggirava intorno ai 30 milioni di sterline, ma i maligni affermano che abbia offerto un solo milione. “The biggest joke i’ve never seen”, la più grande barzelletta mai vista, questa fu la risposta goliardica dell' allora manager del sodalizio inglese, Peter Storrie.