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Cagliari, Vittorio Sanna: "Alle porte dell'Inferno"
Va bene la tecnica e la tattica ma nella bella metafora che rappresenta lo sport, quando ti trovi davanti alla prospettiva della retrocessione servono coraggio, determinazione e forza emotiva. Il Cagliari affronta il Diavolo, mai come ora ferito dalle circostanze e, per questo, imprevedibile. Tutti sono là a provocarlo, a tracciarne il fallimento, dimenticando che è pur sempre la seconda in classifica, malgrado l’ultimo brutto periodo. Sarebbe facile darsela a gambe ma invece il Cagliari deve affrontarlo, deve guardarlo negli occhi, deve tentare di batterlo.
Non deve farsi impressionare dalle sue ferite, deve sfruttarle, ingigantirle, servono punti. Altrimenti è fin troppo facile pensare che alle bocche dell’inferno, nelle acque placide dell’Acheronte, il fiume del dolore navigato da Caronte, le ultime due battaglie diventerebbero disperate. È però un confronto tra uomini, caratterialmente provati dalla situazione, molti già proiettati al futuro, e la volontà, l’attenzione, la freddezza, la concentrazione, l’autostima, la forza del gruppo, in partite del genere fanno ancor più la differenza.
Le scelte per la partita devono essere fatte anche considerando lo stato di forma emotivo e caratteriale e non solo quello tecnico e atletico. C’è bisogno di gente quadrata che sappia gestire la pressione e farne una forza, senza alcuna paura. Sono elementi che possono stravolgere i valori del campionato e confezionare un risultato che in altri tempi sarebbe clamoroso, alle soglie dell’impossibile. Ritorna Oristanio e non ci saranno Gaetano e Augello squalificati. Si deve corazzare la corsia di sinistra, già tallone d’Achille della squadra rossoblu.
L’ipotesi esterna di Obert è più che probabile anche se forse è giunta l’ora di pescare anche dalla Primavera dove il profilo nel ruolo non è affatto acerbo. Per il resto, difesa con i suoi colossi centrali, fascia di destra dove la scelta è triplice come pure nella mediana. In attacco la certezza è Luvumbo con Shomurodov avvantaggiato su Lapadula anche per la migliore combinazione con il calciatore angolano. Il ventilato ritorno della contraerei, Petagna e Pavoletti, è un'altra risorsa da prendere in considerazione nella logica dei novanta minuti. L’importante che tutti sappiano che non sarà una scampagnata nel prato di San Siro. Ma nemmeno una sconfitta già acquisita.
Non deve farsi impressionare dalle sue ferite, deve sfruttarle, ingigantirle, servono punti. Altrimenti è fin troppo facile pensare che alle bocche dell’inferno, nelle acque placide dell’Acheronte, il fiume del dolore navigato da Caronte, le ultime due battaglie diventerebbero disperate. È però un confronto tra uomini, caratterialmente provati dalla situazione, molti già proiettati al futuro, e la volontà, l’attenzione, la freddezza, la concentrazione, l’autostima, la forza del gruppo, in partite del genere fanno ancor più la differenza.
Le scelte per la partita devono essere fatte anche considerando lo stato di forma emotivo e caratteriale e non solo quello tecnico e atletico. C’è bisogno di gente quadrata che sappia gestire la pressione e farne una forza, senza alcuna paura. Sono elementi che possono stravolgere i valori del campionato e confezionare un risultato che in altri tempi sarebbe clamoroso, alle soglie dell’impossibile. Ritorna Oristanio e non ci saranno Gaetano e Augello squalificati. Si deve corazzare la corsia di sinistra, già tallone d’Achille della squadra rossoblu.
L’ipotesi esterna di Obert è più che probabile anche se forse è giunta l’ora di pescare anche dalla Primavera dove il profilo nel ruolo non è affatto acerbo. Per il resto, difesa con i suoi colossi centrali, fascia di destra dove la scelta è triplice come pure nella mediana. In attacco la certezza è Luvumbo con Shomurodov avvantaggiato su Lapadula anche per la migliore combinazione con il calciatore angolano. Il ventilato ritorno della contraerei, Petagna e Pavoletti, è un'altra risorsa da prendere in considerazione nella logica dei novanta minuti. L’importante che tutti sappiano che non sarà una scampagnata nel prato di San Siro. Ma nemmeno una sconfitta già acquisita.
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