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TMW RADIO - Paolillo: "Fair Play da ripensare. Ripresa? Club cercano di raccattare le briciole"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 8 maggio 2020, 18:52Altre Notizie
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Paolillo: "Fair Play da ripensare. Ripresa? Club cercano di raccattare le briciole"

Ernesto Paolillo intervistato da Francesco Benvenuti e Raimondo De Magistris
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Il dirigente sportivo Ernesto Paolillo si è collegato in diretta con TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "Tutta questa fretta di iniziare e finire in qualche modo il campionato non è per l'interesse della regolarità, ma perché cercano di raccattare quanto più possibile dai diritti tv, da contratti di sponsor eccetera per chiudere l'annata. Questo l'hanno ben presente, ma mi preoccupa che non sappiano cosa accadrà da settembre in poi: avremo comunque grosse difficoltà organizzative e se non si comincia ora a decidere su stadi, distanze, accesso e svolgimento delle partite, rischiamo di fare un altro grave flop economico anche nel prossimo anno".

La pandemia è il De Profundis di questo Fair Play Finanziario? Si rischia un ritorno delle TPO?
"Sì, sicuramente qualcosa va ripensato. La soluzione di lasciar perdere per un anno i calcoli sui bilanci è estremamente comoda, perché è vero che l'anno è difficile da valutare, ma questo tana liberi tutti è un po' esagerato. Era sufficiente togliere dai bilanci certe voci... Immediatamente dopo bisogna ripartire con delle regole non più stringenti, ma che permettano di valutare quanto le squadre riescono ad investire e dare una mano ai nuovi investitori del calcio. L'attuale normativa del Fair Play non prevede nessuno aiuto per quei club che, in difficoltà economica, vengono acquistati da un nuovo finanziatore che però si ritrova col peso dei disastri precedenti, e non c'è ammortamento per un periodo di tempo che gli permetta di rientrare gradualmente nella normativa".

Secondo lei il Governo ha agito bene nei confronti del calcio di base?
"Qualcosa di importante è stato fatto, ma non è duraturo e non serve a consolidare la base della piramide. Noi siamo abituati purtroppo a guardare quasi solo la punta, e più si scende meno attenzione si presta. I dilettanti sono stati completamente trascurati, e credo meritassero maggior attenzione perché comunque danno lavoro, ed è un settore che porta indotti importanti. Non dimentichiamo che a causa delle perdite post-Covid centinaia di squadre non saranno minimamente in grado di riprendere l'attività".

Anche con pochi casi, la macchina della ripresa rischia di incepparsi?
"Questo è veramente un grosso problema. Già sono preoccupato dalla qualità del prodotto campionato, perché non dimentichiamoci che le fabbriche che riaprono lo fanno per riprendere a produrre cose di qualità. E tra squadre che si sono disciolte, giocatori che tornano da luoghi diversi, con nessuna voglia di rigiocare, facendolo obbligati e con paura: a mio avviso non sarà uno spettacolo di grande qualità, e mi chiedo se ne vale la pena per raccogliere briciole di ricavi. Mi piacerebbe che l'attenzione fosse per dare un prodotto qualitativo da settembre in poi. Si aprirà un grosso contenzioso, ma qui forse sono venute meno FIFA e UEFA: queste problematiche andavano risolte con le varie Assocalciatori, in primis quella mondiale presieduta da Platini. Questo purtroppo non è stato fatto, e questo one-to-one è pericoloso: vince chi ha più potere, e non è bello".


Ceferin ha imposto come data ultima per decidere sulla ripresa il 25 maggio. In questa fase di incertezza le sembra prematuro?
"Sicuramente quella data sarà spostata, in quel momento complicato è stata buttata lì, c'era emotività ma alla luce di tutto credo che sarà senz'altro posticipata, così da dare tempo a federazioni e leghe".

Bisognerà pensare anche a cambiare i calendari in vista di Qatar 2022.
"Sì, e sarebbe stato rispetto verso i consumatori dell'industria calcio, cioè tifosi ed appassionati. Ma anche per le televisioni che sono la maggior entrata".

Il Ministro Patuanelli ha criticato l'erogazione di liquidità delle banche italiane. C'è il rischio che il rapporto tra queste e cittadini venga ulteriormente incrinato?
"Sì, ma me ne spiego le ragioni. Mi auguro che corrano ai ripari quando discuteranno il decreto in Parlamento: c'è un errore di fondo, che sembra banale ma non lo è. Fin quando non tolgono responsabilità penale agli amministratori, avendo concesso un credito con garanzie statali, nessun direttore di banca si prenderà grandi responsabilità ma darà denaro solo a clienti conosciuti ed affidabili, senza aiutare le imprese in difficoltà che avevano già un bilancio traballante. Non daranno quelle garanzie a breve se non si toglie la responsabilità penale alle banche. Servono a dare liquidità ma non a fare un'analisi di merito".

Il calcio dovrà rendersi sostenibile. Come?
"Ripartirei dal motore del Fair Play Finanziario: dare molto peso ai ricavi e attenzione alle fonti di esso, che non devono essere solo quei diritti televisivi a pioggia su cui si sono adagiati, e che portavano le società a non pensare ad altre fonti di ricavi. Oggi c'è il web, anche il gaming, le attività di valutazione di brand ed immagine: c'è un mondo ancora inesplorato nella possibilità di fare ricavi. Se però vediamo quali squadre sono attrezzate in questo campo sono poche, specie se paragoniamo alle realtà americane degli altri sport. Basta viaggiare e copiare bene".