Ministro Spadafora: "Riconosco importanza del calcio. FIGC adegui protocollo a indicazioni Cts"
Che fosse necessario fermarsi lo abbiamo capito da alcuni rinvii simbolici, come le Olimpiadi. Per l’Italia ci sono stati altri rinvii, come il giro d’Italia, il tennis, l’inaugurazione di Euro 2020. La linea del governo è sempre stata quella della prudenza e della tutela della salute. Le immagini delle morti sono anccora nelle menti di tutti, per questo abbiamo proceduto con prudenza. Il 4 maggio abbiamo iniziato con la ripresa dell’attività motoria e sportiva, così come con gli allenamenti degli sport individuali per gli atleti di interesse nazionale. E’ stato un modo per andare verso una graduale riapertura”.
Il ministro Spadafora sul calcio:
“L’attenzione si è concentrata principalmente sul tema del calcio: io sono pienamente consapevole dell’importanza non solo sociale del calcio, sarebbe paradossale non riconoscere il valore di questo mondo che dati alla mano è un’industria importante del paese e che dà al fisco oltre 1 miliardo di euro l’anno. Ho trovato però inammissibile l’inasprimento del dibattito di fronte a milioni di italiani ancora alle prese con la propria salute. Le osservazioni del Cts per la ripresa degli allenamenti sono numerose, ne cito 3: la prima chiede che in caso emerga un positivo, tutta la squadra sia messa in quarantena.
L’altro è quello di affidare responsabilità notevoli ai medici per il rispetto del protocollo. Quindi si richiede che sia posta attenzione sul fatto che l’enorme mole di tamponi e test non impatti sui cittadini. Le osservazioni saranno prese in considerazione dalla FIGC che riadatterà il protocollo per far riprendere gli allenamenti il 18 maggio. Resta la necessità di ridefinire l’apertura del campionato: se riprenderà, come tutti auspichiamo, lo farà perché saremo arrivati alla decisione dopo una successione ordinata di attività e decisioni che consentirà di riprendere il campionato in totale sicurezza per tutti. Non era possibile decidere con fretta o spinte strumentali. L’incertezza ha caratterizzato tutti i paesi, solo quelli che hanno scelto di chiudere hanno deciso subito. Anche in Germania, che sta per riprendere, ci sono stati dei rimandi. Il governo ha sempre tenuto una posizione prudente, mentre presidenti di club e opinionisti hanno legittimamente cambiato opinione strada facendo. Noi abbiamo mantenuto la linea della coerenza, senza pressioni. Se il campionato riprenderà lo farà perché ci sono le condizioni. In molti mi chiedono: “Perché se una cassiera risulta positiva non chiude il supermercato, a differenza del calcio? La risposta è banale: nel supermercato è possibile mantenere le distanze e usare gli strumenti di protezione, il calcio è uno sport di contatto. Da qui le decisioni. Quello che vorremmo fare è evitare, per non danneggiare ulteriormente il mondo del calcio, nuove chiusure. Siamo comunque consapeoli che la voglia di finire il campionato sia legata a ragioni sportive ma anche eonomiche”.