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Il ritorno di Chiesa che rivede la luce. Il calore dei tifosi e l’abbraccio con Mbappé per una notte da ricordare
E alla fine sarà Europa League. La Juventus conquista, si fa per dire, l’accesso alla fase eliminatoria dalla seconda competizione europea classificandosi al terzo posto con soli tre punti realizzati in sei uscite. Gli stessi punti del Maccabi Haifa che però, in virtù di una differenza reti peggiore, finisce alle spalle dei bianconeri. Per Madama un girone di Champions League terrificante si chiude con un’ennesima sconfitta (la quinta in sei incontri), questa volta con un sapore leggermente meno amaro considerate le condizioni con le quali la squadra di Allegri è arrivata alla serata dell’Allianz Stadium. Mbappé e Nuno Mendes per la vittoria dei francesi, nel mezzo il momentaneo pareggio targato Leonardo Bonucci. La notizia più bella però è il ritorno in campo di Federico Chiesa.
Inaspettato ma attesissimo: Federico Chiesa torna a giocare.
Nel giro di poche ore è cambiato tutto: dall’impossibilità di scendere in campo raccontata da Allegri alla vigilia dell’ultimo appuntamento in Champions League, a venti minuti di quella che è parsa una vera e propria liberazione per il classe 1997. “Federico ieri ha fatto un bell'allenamento, l'unica mia preoccupazione era quello di vederlo ancora bloccato a livello mentale, invece ha fatto un buon test, quindi ho detto: perché non portarlo e farlo giocare un po' se c'è la possibilità”, così il tecnico livornese a pochi minuti dalla sfida ai transalpini. E la possibilità c’è stata eccome, al minuto 74 con l’ovazione dello Stadium (arrivata anche alla lettura delle formazioni pochi istanti prima del fischio d’inizio) ad accoglierlo con calore sul rettangolo verde. Anche i tifosi, come lui, non vedevano l’ora scattasse questo momento.
Un paio di accelerazioni, la ricerca del gol e l’abbraccio con Mbappé.
297 giorni più tardi l’incubo può definirsi concluso: da quel 9 di gennaio dolorosissimo in quel di Roma a questo 2 di novembre che sicuramente sarà da ricordare. Dalla lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro alla ripresa delle sue accelerazioni. Che per un po’ non saranno le solite ma che già hanno lasciato intravedere spiragli di quello che si è interrotto a inizio 2022. Venti minuti davanti ai propri tifosi, che non si sono risparmiati mai nel calore da offrire al numero 7, con qualche dribbling e un paio di conclusioni con le quali ha cercato fortuna per un ritorno ancor più da sogno. Poi il finale, quell’abbraccio con Mbappé, grande mattatore di serata con gol e assist, e lo scambio di maglie per un altro ricordo di una serata che, dieci mesi più tardi, sicuramente segnerà sul calendario.
Inaspettato ma attesissimo: Federico Chiesa torna a giocare.
Nel giro di poche ore è cambiato tutto: dall’impossibilità di scendere in campo raccontata da Allegri alla vigilia dell’ultimo appuntamento in Champions League, a venti minuti di quella che è parsa una vera e propria liberazione per il classe 1997. “Federico ieri ha fatto un bell'allenamento, l'unica mia preoccupazione era quello di vederlo ancora bloccato a livello mentale, invece ha fatto un buon test, quindi ho detto: perché non portarlo e farlo giocare un po' se c'è la possibilità”, così il tecnico livornese a pochi minuti dalla sfida ai transalpini. E la possibilità c’è stata eccome, al minuto 74 con l’ovazione dello Stadium (arrivata anche alla lettura delle formazioni pochi istanti prima del fischio d’inizio) ad accoglierlo con calore sul rettangolo verde. Anche i tifosi, come lui, non vedevano l’ora scattasse questo momento.
Un paio di accelerazioni, la ricerca del gol e l’abbraccio con Mbappé.
297 giorni più tardi l’incubo può definirsi concluso: da quel 9 di gennaio dolorosissimo in quel di Roma a questo 2 di novembre che sicuramente sarà da ricordare. Dalla lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro alla ripresa delle sue accelerazioni. Che per un po’ non saranno le solite ma che già hanno lasciato intravedere spiragli di quello che si è interrotto a inizio 2022. Venti minuti davanti ai propri tifosi, che non si sono risparmiati mai nel calore da offrire al numero 7, con qualche dribbling e un paio di conclusioni con le quali ha cercato fortuna per un ritorno ancor più da sogno. Poi il finale, quell’abbraccio con Mbappé, grande mattatore di serata con gol e assist, e lo scambio di maglie per un altro ricordo di una serata che, dieci mesi più tardi, sicuramente segnerà sul calendario.
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