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È ancora la Juve la dominatrice al femminile. Ma da Roma a Milano il gap si sta riducendo
È ancora la Juventus la squadra più forte d’Italia, lo dimostra il tripletino (Scudetto, Supercoppa e Coppa Italia) messo a segno in questa stagione che replica quello della stagione 2018/19 con Rita Guarino sulla panchina. Ma il gap rispetto a pochi anni fa si è sensibilmente ridotto e soprattutto è aumentata la concorrenza. Se una volta era la Fiorentina o il Brescia, poi diventato Milan, a contendere i titoli alle bianconere ora oltre alle rossonere ci sono anche Roma e Sassuolo in attesa della crescita dell’Inter e al riscatto delle viola reduci da una stagione molto negativa.
Lo testimonia uno dei campionati più combattuti degli ultimi anni, nonostante i cinque punti finali delle bianconere in classifica sulla Roma seconda, ma soprattutto una Supercoppa in cui le bianconere hanno avuto la meglio sul Sassuolo solo ai calci di rigore e hanno vinto in finale in rimonta solo negli ultimi minuti. Un po' come successo contro le giallorosse nel pomeriggio di domenica in Coppa Italia con la squadra di Montemurro dominata per oltre un’ora prima del classico episodio – rigore più espulsione di Di Guglielmo – che ha cambiato la gara e fatto uscire quello spirito indomito di una Juventus che non molla davvero mai.
Una Juventus che chiude il suo primo quinquennio con dieci titoli – 5 Scudetti, 2 Coppa Italia e 3 Supercoppa – e che manda in archivio l’epoca dilettantistica del calcio femminile. Dal prossimo anno sarà professionismo con tutti i suoi pregi, innegabili, e anche i difetti, che andranno corretti velocemente per evitare che un grande e storico traguardo si trasformi in un clamoroso autogol. Si ripartirà con sole 10 squadre al via del massimo campionato – con il Como Women ultimo arrivato, mentre Empoli e Pomigliano cederanno il titolo sportivo probabilmente a Parma e Lazio – e una nuova formula con le poule Scudetto e retrocessione a rendere ancora più alto il tasso d’incertezza e si spera anche di spettacolo. La Juve partirà ancora avvantaggiata perché è una squadra fortissima, con una società che si è mossa prima delle altre con una visione d’insieme e investimenti importanti, e che non molla mai come da DNA della società maschile. Ma le altre stanno crescendo in maniera esponenziale e chissà che già il prossimo anno il dominio bianconero non venga interrotto.
Lo testimonia uno dei campionati più combattuti degli ultimi anni, nonostante i cinque punti finali delle bianconere in classifica sulla Roma seconda, ma soprattutto una Supercoppa in cui le bianconere hanno avuto la meglio sul Sassuolo solo ai calci di rigore e hanno vinto in finale in rimonta solo negli ultimi minuti. Un po' come successo contro le giallorosse nel pomeriggio di domenica in Coppa Italia con la squadra di Montemurro dominata per oltre un’ora prima del classico episodio – rigore più espulsione di Di Guglielmo – che ha cambiato la gara e fatto uscire quello spirito indomito di una Juventus che non molla davvero mai.
Una Juventus che chiude il suo primo quinquennio con dieci titoli – 5 Scudetti, 2 Coppa Italia e 3 Supercoppa – e che manda in archivio l’epoca dilettantistica del calcio femminile. Dal prossimo anno sarà professionismo con tutti i suoi pregi, innegabili, e anche i difetti, che andranno corretti velocemente per evitare che un grande e storico traguardo si trasformi in un clamoroso autogol. Si ripartirà con sole 10 squadre al via del massimo campionato – con il Como Women ultimo arrivato, mentre Empoli e Pomigliano cederanno il titolo sportivo probabilmente a Parma e Lazio – e una nuova formula con le poule Scudetto e retrocessione a rendere ancora più alto il tasso d’incertezza e si spera anche di spettacolo. La Juve partirà ancora avvantaggiata perché è una squadra fortissima, con una società che si è mossa prima delle altre con una visione d’insieme e investimenti importanti, e che non molla mai come da DNA della società maschile. Ma le altre stanno crescendo in maniera esponenziale e chissà che già il prossimo anno il dominio bianconero non venga interrotto.
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