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TMW RADIO - Di Trapani: "BlueGirl-Supercoppa in Arabia: calcio dica no"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 12 settembre 2019, 21:23Serie A
di Simone Bernabei

TMW RADIO - Di Trapani: "BlueGirl-Supercoppa in Arabia: calcio dica no"

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Vittorio Di Trapani, segretario USIGRAI, sul suicidio di Sahar Khodayari in Iran. In studio Francesco Benvenuti e Dimitri Conti
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Vittorio Di Trapani, segretario USIGRAI, è intervenuto su TMW Radio per parlare della vicenda riguardante il suicidio di Sahar Khodayari, ragazza iraniana meglio conosciuta come Blue Girl. Lo scorso 12 marzo era entrata allo stadio travestita da uomo per seguire una partita nonostante il divieto imposto dalle leggi del paese di accesso alle donne. Scoperta e sconvolta per la successiva sentenza, Blue Girl è morta nelle scorse ore a seguito delle gravissime ustioni provocate dal suo gesto. Questo il pensiero di Di Trapani: "Il calcio italiano non può permettersi di essere indifferente perché una violazione di un diritto, ovunque nel mondo, deve toccare tutti noi. C'è una richiesta di attenzione, una ragazza di 29 anni che voleva vedere una partita. Un'imprudenza, ovvero un selfie della sorella, l'ha smascherata. Da qui si è arrivati a sei mesi di reclusione per una partita e noi non possiamo essere indifferenti. Serve parlarne, serve far aumentare l'indignazione. C'è un appello di USIGARAI e Amnesty International: questo weekend scendiamo in campo portando una foto di questa ragazza e osservando un minuto di silenzio. Sarebbe un modo per denunciare la continua violazione dei diritti umani, lo sport non può e non deve essere indifferente".

Un appello che potrà essere accolto dalla Serie A, anche in considerazione della decisione di giocare ancora la Supercoppa in Arabia Saudita?
"Non so se avranno il coraggio di farlo, ma noi abbiamo il dovere di denunciare, raccontare e chiedere. Purtroppo la battaglia per non far giocare la Supercoppa in Arabia Saudita lo scorso anno l'abbiamo persa, ma è servita per far parlare del problema come mai prima. E ora la battaglia riprende, perché anche quest'anno si giocherà lì la Supercoppa. E noi dobbiamo dire da ora che è inaccettabile tornare in Arabia Saudita, a maggior ragione oggi che arrivano altre notizie di torture e abusi. Un'inchiesta dell'ONU ha ampliato il problema nei confronti del principe ereditario saudita con l'omicidio del giornalista Khashoggi. Le battaglie sono tante e vanno portate avanti. E' un cambiamento lento, ma dobbiamo provarci perché lo sport ha un dovere. E' un esempio per i ragazzi, dallo sport passano valori e questi vanno riconquistati. E il messaggio non può essere che per i soldi si va oltre i diritti umani. I diritti tv non valgono quanto i diritti umani".


Cosa può fare il calcio in modo concreto?
"Ricordo un elemento di fondo. Il contratto della Lega prevede che si facciano 3 partite in 5 anni in Arabia Saudita, quindi quest'anno l'idea potrebbe pure essere sospesa in attesa che quel paese avvii delle riforme sui diritti umani. Sarebbe un messaggio chiaro da dare agli interlocutori. Il neo ad della Lega De Siervo ha detto che si rispetta il contratto a meno che Juve e Lazio dicano che non ci sono le condizioni per giocare lì. Diciamo allora a Juve e Lazio di esprimersi in modo chiaro. Il presidente Lega disse a USIGRAI che dopo la vicenda Khashoggi non avrebbe firmato quel contratto, ora che ne sappiamo di più serve essere coerenti. Si può imporre uno stop quest'anno come segnale chiaro all'Arabia Saudita senza violare il contratto in essere ed è ciò che chiederemo a Juve e Lazio nelle prossime settimane".