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Milan Femminile, Carissimi annuncia il ritiro dal calcio giocato
Con un lungo post su Instagram, Marta Carissimi, centrocampista del Milan e della nazionale italiana, annuncia il ritiro dal calcio giocato, a 33 anni.
Questo il messaggio social della calciatrice: "Mi ricordo il campo di terra battuta del mio paese. Con le piogge invernali diventava una poltiglia di fango e per renderlo praticabile buttavano “la pula”, l’involucro del grano, pezzetti appuntiti che si infilavano ovunque e andavano via solo a primavera.
Sei anni con la squadra maschile,poi il passaggio in serie A femminile col Toro. Era un mondo diverso, avevo compagne molto più grandi, le avversarie giocavano in nazionale ed erano miti per me. Io ci giocavo contro, ma a fine partita andavo a chiedere loro l’autografo.
Poi il passaggio a Verona, l’Inter e l’esperienza in Islanda, a contatto con un mondo completamente diverso. Un crescendo che mi ha portato alla Fiorentina e poi al Milan.
In questi club ho capito che le cose iniziavano a cambiare, che il calcio femminile iniziava ad avere più seguito e considerazione.
Il centro sportivo attrezzato, staff qualificati,dirette tv, i tifosi, lo stadio... prima tutto questo era il privilegio di essere in nazionale, ora è il privilegio di essere una calciatrice.
Adesso a 8 anni le bambine giocano nelle squadre femminili e non più nei campi con la “pula”. Guardano alle gesta delle giocatrici più grandi, modelli e punti di riferimento, sognando un giorno di fare la calciatrice di professione.
Sono passati 23 anni e ho visto cambiare tante cose.
Ci sono cose che però rimangono punti fermi, valori imprescindibili.
La passione nel fare questo sport, quella che non fa fare sacrifici, ma scelte.
L’ambizione di aggiungere ogni volta nuovi obiettivi e la determinazione per migliorare e raggiungerli, oltrepassando qualsiasi infortunio o ostacolo.
Il rispetto per le compagne, gli avversari e tutti quelli che lavorano in questo sport, grazie ai quali il calcio femminile sta crescendo.
Il calcio mi ha fatto fare esperienze che sono bagagli di vita.
Ringrazio le compagne, gli staff, i club e tutti quelli che ho incontrato in questo percorso perché ognuno ha contribuito alla mia crescita.
Ho appreso tanto dalle più esperte, ho fatto miei gli insegnamenti e cercato di trasmetterli a quelle più giovani.
Ora è il momento di lasciare il calcio giocato, consapevole di aver dato tutto e con la speranza di aver lasciato qualcosa".
Questo il messaggio social della calciatrice: "Mi ricordo il campo di terra battuta del mio paese. Con le piogge invernali diventava una poltiglia di fango e per renderlo praticabile buttavano “la pula”, l’involucro del grano, pezzetti appuntiti che si infilavano ovunque e andavano via solo a primavera.
Sei anni con la squadra maschile,poi il passaggio in serie A femminile col Toro. Era un mondo diverso, avevo compagne molto più grandi, le avversarie giocavano in nazionale ed erano miti per me. Io ci giocavo contro, ma a fine partita andavo a chiedere loro l’autografo.
Poi il passaggio a Verona, l’Inter e l’esperienza in Islanda, a contatto con un mondo completamente diverso. Un crescendo che mi ha portato alla Fiorentina e poi al Milan.
In questi club ho capito che le cose iniziavano a cambiare, che il calcio femminile iniziava ad avere più seguito e considerazione.
Il centro sportivo attrezzato, staff qualificati,dirette tv, i tifosi, lo stadio... prima tutto questo era il privilegio di essere in nazionale, ora è il privilegio di essere una calciatrice.
Adesso a 8 anni le bambine giocano nelle squadre femminili e non più nei campi con la “pula”. Guardano alle gesta delle giocatrici più grandi, modelli e punti di riferimento, sognando un giorno di fare la calciatrice di professione.
Sono passati 23 anni e ho visto cambiare tante cose.
Ci sono cose che però rimangono punti fermi, valori imprescindibili.
La passione nel fare questo sport, quella che non fa fare sacrifici, ma scelte.
L’ambizione di aggiungere ogni volta nuovi obiettivi e la determinazione per migliorare e raggiungerli, oltrepassando qualsiasi infortunio o ostacolo.
Il rispetto per le compagne, gli avversari e tutti quelli che lavorano in questo sport, grazie ai quali il calcio femminile sta crescendo.
Il calcio mi ha fatto fare esperienze che sono bagagli di vita.
Ringrazio le compagne, gli staff, i club e tutti quelli che ho incontrato in questo percorso perché ognuno ha contribuito alla mia crescita.
Ho appreso tanto dalle più esperte, ho fatto miei gli insegnamenti e cercato di trasmetterli a quelle più giovani.
Ora è il momento di lasciare il calcio giocato, consapevole di aver dato tutto e con la speranza di aver lasciato qualcosa".
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