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Serve una prova di concretezza, da sfruttare i difetti dello SpeziaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 25 ottobre 2021, 16:22Copertina
di Pierluigi Gambino
per Genoanews1893.it

Serve una prova di concretezza, da sfruttare i difetti dello Spezia

Partita più... pepata non si potrebbe immaginare. E stavolta la tradizionale, asperrima rivalità tra le due piazze calcistiche passa in secondo piano rispetto alla drammatica situazione di classifica in cui versano entrambe le “cugine”. Spezia-Genoa si annuncia come una battaglia feroce, accompagnata sugli spalti del Picco da due tifoserie che si guarderanno in cagnesco e potranno anche risultare decisive per le sorti delle rispettive squadre.

Il destino vuole che ambedue i tecnici siano sulla graticola, consapevoli che un rovescio potrebbe costare l'esonero e neppure così sicuri che un risultato salomonico li affranchi da pesanti conseguenze personali. La loro privatissima situazione si riflette anche nel passato. Thiago Motta, tra i più grandi giocatori che nel Dopoguerra abbiano indossato la casacca rossoblù, ma tecnico ancora immaturo, vanta un'infelicissima esperienza alla guida del Grifo, mentre Davide Ballardini proprio nello stadio spezzino, un anno scarso fa, iniziò la sua ennesima avventura alla corte di Preziosi con uno squillante successo in rimonta, prima scintilla di una clamorosa risalita. I precedenti, però, appagano gli statistici e gli amanti del “colore”, ma non allarmano né tranquillizzano più di tanto. Conta l'attualità, e su questo fronte i problemi da entrambe le parti surclassano nettamente le positività.

Il Genoa ha denunciato a Torino i soliti errori ma anche qualche pallido progresso in fatto di personalità e di atletismo. Basta ed avanza il recupero – completo o a mezzo servizio – di Caicedo a concimare la pianticella della speranza, ma tocca a Zio Balla riannodare il nastro della gara in Piemonte e distillare il buono per... goderselo nelle partite a venire. Di sicuro a qualche conclusione significativa sarà certamente approdato. Ai suoi chiederà di non ripetere gli abituali inizi da incubo, quelle partenze ad handicap che stroncano qualsiasi velleità di successo, ma tocca a lui scegliere uomini giusti per invertire la marcia.

Se non altro, la carenza di difensori puri gli sconsiglierà di tornare alla “tre”, rivelatasi modulo ostico per parecchi giocatori. Già trovarne due pronti per presidiare la zona centrale rappresenta un bel rebus. Uno sarà certamente Vasquez, recente scoperta abbastanza positiva, ma chi potrà affiancarlo? In teoria Mimmo Criscito, che però renderebbe di più come terzino sinistro, la sua collocazione naturale. D'altronde, con Maksimovic, Zinho e Bani in infermeria, resta come soluzione alternativa il solo Biraschi, pure lui convalescente. Qualora il capitano dovesse esibirsi ancora al centro, sarebbe giocoforza riportare a sinistra il duttile Cambiaso, ma sul fronte opposto né Sabelli – sinora deludentissimo – né Ghiglione offrono garanzie assolute.

In mediana nessun dubbio riguardo a Rovella, che senza l'ombrello scomodo di Badelj moltiplica il proprio rendimento, ma chi potrebbe affiancarlo? La fresca scoperta Galdames risulta ampiamente preferibile al frastornato Touré, francamente improponibile.

Sulle fascia, la relativa forza offensiva dello Spezia dovrebbe consentire l'utilizzo di due elementi a trazione anteriore. Sulla sinistra da capire ch andrà a sostituire l'infortunato Fares mentre sembrerebbe certa la presenza di Kallon. Quest'ultimo però è atteso a conferire continuità alle proprie prestazioni: sinora, alla riprova dopo un'esibizione incoraggiante, ha sempre fallito.

Infine, l'attacco, ovviamente basato su Mattia Destro, che continua ad essere baciato da una magica ispirazione. Da valutare ovviamente l'autonomia fisica di Caicedo, che – come venerdì scorso - potrebbe partire dalla panca a pro di Ekuban, preferibile però come partner del capocannoniere piuttosto che come mezza punta centrale.

L'ipotesi di un 4-4-2 risulta insomma stuzzicante, ma da Ballardini, mai così confuso come nell'ultimo periodo, ci si può attendere qualche mossa a sorpresa, nel modulo e nella formazione. Di sicuro un pensierino a Pandev, l'anno scorso decisivo al Picco, gli frullerà nella mente, anche se è ormai appurato che il macedone incide maggiormente come subentrante. E non è così scontato che Sturaro rimanga inizialmente fuori.

Sul fronte spezzino sono minori le incertezze, malgrado il secco 0-2 rimediato a Marassi solleciti qualche cambiamento. Thiago è ancora alle prese con un elenco infinito di defezioni e non può fare ricorso più di tanto all'esigua panchina. Probabile che unica punta giostri il fresco e mobilissimo Antiste piuttosto che Nzola, ancora lontano dalla forma ottimale. Alle spalle, un trio di calciatori abbastanza propositivi ma non certo confidenti con il gol.

La vera forza dei bianchi risiede nella coppia di centrocampisti centrali formata da Maggiore e Kovalenko, che hanno assimilato pienamente le direttive mottiane e sono in grado di comandare la partita. Ci si può dunque attendere una superiorità territoriale dei locali, ma sulla reale pericolosità sono legittimi seri dubbi.

La reale carenza dello Spezia risiede in terza linea. Troppi sinora i regali impacchettati per qualsiasi avversario, sotto forma di distrazioni nella marcatura e, soprattutto, di disimpegni sommari e agevolmente leggibili. Ed ecco che l'esperienza di Destro e Caicedo potrebbe indurre i rivali a qualche errore da sfruttare prontamente.

Si annuncia comunque una sfida alquanto equilibrata tra due squadre dalle caratteristiche opposte e con un'unica preoccupante analogia: la fragilità difensiva. La squadra che saprà meglio mascherare tale difetto avrà ottime chance di fare un pieno di ossigeno.

                                                       PIERLUIGI GAMBINO