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Serie A femminile, inizia il conto alla rovescia per la ripartenza: il 4 giugno giornata decisiva
Il conto alla rovescia è partito. Fra due giorni, il 4 giugno, i club della Serie A femminile si ritroveranno attorno a un tavolo (virtuale) per discutere della ripresa del campionato e decidere se le ultime sei giornate si potranno giocare o meno. Una decisione non semplice come abbiamo raccontato in questi mesi perché a differenza delle tre serie professionistiche maschili al momento il protocollo sanitario è ancora avvolto nel mistero. Se dal lato prettamente sanitario non dovrebbero esserci grandi differenze (sarebbe difficile spiegare perché la salute di un uomo valga più di quella di una donna) si attendono norme meno stringenti sul lato organizzativo – trasferte, ritiri, spostamenti in bus ecc – che rischiano di gravare in maniera insostenibile sulle casse delle società e farle propendere per la sospensione della stagione volgendo lo sguardo al prossimo campionato e lasciando che sia l'algoritmo di cui ha parlato il presidente della FIGC Gabriele Gravina a decidere i verdetti.
Il protocollo però non è l'unico ostacolo sulla strada della ripartenza, anche se è certamente quello più complicato da risolvere. In ballo ci sono anche gli aiuti che la Federcalcio stanzierà per le società femminili al fine di aiutarle a sostenere le spese impreviste dovute alla pandemia Coronavirus. Serve una cifra importante che copra quasi totalmente questo extra budget (si parla di cifre fra i 150 e i 250 mila euro a seconda dei club), mentre al momento le voci parlano di poco meno di un terzo d quanto sarebbe necessario. Di sicuro si tratterà di una cifra molto lontana da quella che la Federcalcio tedesca ha stanziato per i club della Frauen Bundesliga, l'unico fra i grandi campionati a essere ripartito. Lì si parla di 600 mila euro a club, ma è anche vero che le calciatrici in Germania sono professioniste e il campionato muove molti più interessi economici rispetto al nostro paese.
Ci sono poi altri problemi da risolvere: quello legato ai contratto in scadenza (che andranno prolungati fino a fine agosto come succederà anche con quelli sul versante maschile) e quello sulle date. Non solo di questa stagione, con la ripartenza fissata almeno a metà luglio, ma anche della prossima visto che la UEFA ha già annunciato quando l'Italia di Milena Bertolini tornerà in campo. Non si può rischiare che le azzurre arrivino alle due sfide contro Israele e Bosnia senza l'adeguata preparazione e qualche gara nelle gambe visto che abbiamo visto lo scorso anno quante difficoltà incontrarono contro lo stesso Israele e la Georgia (due nazionali di caratura inferiore alla nostra) all'inizio del cammino verso l'Europeo d'Inghilterra. Con solo quattro gare per concludere il cammino, fra cui la doppia sfida alla Danimarca, non è il caso di arrivare impreparate o non in condizione perché un passo falso potrebbe essere letale nella corsa al primo posto.
Il protocollo però non è l'unico ostacolo sulla strada della ripartenza, anche se è certamente quello più complicato da risolvere. In ballo ci sono anche gli aiuti che la Federcalcio stanzierà per le società femminili al fine di aiutarle a sostenere le spese impreviste dovute alla pandemia Coronavirus. Serve una cifra importante che copra quasi totalmente questo extra budget (si parla di cifre fra i 150 e i 250 mila euro a seconda dei club), mentre al momento le voci parlano di poco meno di un terzo d quanto sarebbe necessario. Di sicuro si tratterà di una cifra molto lontana da quella che la Federcalcio tedesca ha stanziato per i club della Frauen Bundesliga, l'unico fra i grandi campionati a essere ripartito. Lì si parla di 600 mila euro a club, ma è anche vero che le calciatrici in Germania sono professioniste e il campionato muove molti più interessi economici rispetto al nostro paese.
Ci sono poi altri problemi da risolvere: quello legato ai contratto in scadenza (che andranno prolungati fino a fine agosto come succederà anche con quelli sul versante maschile) e quello sulle date. Non solo di questa stagione, con la ripartenza fissata almeno a metà luglio, ma anche della prossima visto che la UEFA ha già annunciato quando l'Italia di Milena Bertolini tornerà in campo. Non si può rischiare che le azzurre arrivino alle due sfide contro Israele e Bosnia senza l'adeguata preparazione e qualche gara nelle gambe visto che abbiamo visto lo scorso anno quante difficoltà incontrarono contro lo stesso Israele e la Georgia (due nazionali di caratura inferiore alla nostra) all'inizio del cammino verso l'Europeo d'Inghilterra. Con solo quattro gare per concludere il cammino, fra cui la doppia sfida alla Danimarca, non è il caso di arrivare impreparate o non in condizione perché un passo falso potrebbe essere letale nella corsa al primo posto.
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