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Joao Mario: "Voglio cambiare i fischi in applausi. Devo crescere"
giovedì 20 settembre 2018, 16:27In Primo Piano
di Mattia Zangari
per Fcinternews.it

Joao Mario: "Voglio cambiare i fischi in applausi. Devo crescere"

Intervistato in esclusiva da Sky Sport, Joao Mario parla del suo rapporto deteriorato con il popolo interista, affermando di voler provare a ricucire lo strappo: "Il mio pensiero adesso è cambiare i fischi in applausi, è sempre difficile quando i tuoi tifosi ti fischiano ma riesco a capire anche il perché - ha spiegato il centrocampista portoghese -. Credo che ci sia un problema di linguaggio del corpo, ogni tanto sembra che non ci sono (in campo ndr): è una cosa che devo migliorare perché ho la volontà di fare bene. Devo dare il massimo perché non ci sono scuse per gli atteggiamenti: sono quelli che devono cambiare". 

Sullo spazio che proverà a guadagnarsi nella fila dell'Inter in questa stagione, Joao Mario aggiunge: "Sono tranquillo, sto lavorando bene e sono a disposizione di mister Spalletti. Aspetto un'opportunità per aiutare la squadra. Sono rimasto qua, conosco l'allenatore, i giocatori e il club, non ci sono problemi e la cosa più importante adesso è raggiungere il massimo della forma per dare il mio contributo. Ruolo? Da mediano mi trovo meglio perché sulla trequarti serve uno che segna tanto e questa non è mia caratteristica. Io sono più adatto a far giocare la squadra, preferisco giocare in mezzo al campo. Anche se ho giocato anche da esterno in Nazionale".

L'ex Sporting Lisbona ha chiarito il suo punto di vista sulle polemiche nate dopo l'intervista rilasciata qualche tempo fa, nella quale diceva di non voler più ritornare a Milano: "Farla è stata una cosa poco intelligente - ammette -. Quest’anno sono tornato con la testa pulita e la voglia di mettermi a disposizione. Sono rimasto qui ed è la cosa più importante per me. Ora devo ritrovare la condizione per aiutare la squadra”.

A fine intervista, JM parla della decisione di lasciare Milano in prestito per accasarsi al West Ham, non senza provare a spiegare cosa non ha funzionato: "Il primo anno lontano dal Portogallo è stato difficile, probabilmente, arrivando la stagione successiva con un progetto preciso avrei fatto andare le cose in maniera diversa. Quando sono arrivato non ho pensato all’investimento del club su di me. Forse due anni fa era il prezzo giusto, non lo so. Ma non mi è mai pesato, mi ha sempre spinto a fare meglio. Quando lo scorso inverno ho scelto di andare via è solo perché non volevo rischiare di perdere il Mondiale, non perché c'erano stati dei problemi nei rapporti con il mister o i compagni. Ora sono più maturo rispetto a quando sono arrivato, ho un bellissimo rapporto con il gruppo dal primo giorno, in particolare Miranda, D'Ambrosio, Handanovic e Perisic mi hanno aiutato tanto nell'inserimento. Mi sto allenando bene e cerco di farmi trovare pronto per dare la miglior risposta possibile quando verrò chiamato in causa".