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L'avv. D'Onofrio: "Mancano video/audio? Vi spiego perché Acerbi rischia lo stesso"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 23 marzo 2024, 12:20Esclusive
di Daniele Najjar
per Linterista.it

L'avv. D'Onofrio: "Mancano video/audio? Vi spiego perché Acerbi rischia lo stesso"

Tiene banco il caso Acerbi in casa Inter: dopo che il procuratore Chiné ha ascoltato i due giocatori, si attende ora il verdetto per l'eventuale decisione di squalificare o meno il difensore nerazzurro. Resta da capire quali tipo di prove possano esserci ed in base a questo, quali siano i rischi per l'italiano. 

In esclusiva per la redazione de L'Interista è intervenuto l'avvocato Paco D'Onofrio, grande esperto di diritto sportivo, per aiutarci a capire questi aspetti. 

Stamattina sui giornali si ipotizza che in mancanza di prove audio/video del labiale di Acerbi, si possa passare dall’applicazione dell'articolo 28, quello sul «comportamento discriminatorio», al 39, «condotta gravemente antisportiva». Lo ritiene verosimile come scenario?

"La giustizia sportiva non necessita del raggiungimento della prova piena per attribuire un’eventuale responsabilità e comminare le sanzioni previste, poiché anche alcuni elementi semplicemente indiziari potrebbero essere ritenuti sufficienti. In ogni caso, la possibilità di avvalersi di ulteriori previsioni disciplinari, consentirebbe al giudice sportivo di punire il comportamento tenuto, anche se semplicemente sleale ed antisportivo e non necessariamente discriminatorio in modo evidente".

In questi casi non spetta soprattutto a chi viene accusato di aver offeso, provare che non sia vero quanto dicono?

"Si, i criteri probatori sono diversi in ambito federale da quelli di un processo penale e talvolta si parla di una vera e propria inversione dell’onere della prova. In questo caso, credo che il giudice sportivo dovrà valutare quale delle due versioni dei fatti sia da considerare più attendibile perché verosimile, difficilmente potendosi addivenire ad una prova certa".

Pensa che in ogni caso la squalifica sia di un minimo di 3-4 giornate (senza prove video/audio) ad un massimo di 10?

"Se viene considerato discriminatorio, il comportamento non potrà che essere punito con una squalifica non inferiore a dieci giornate. Diversamente, il giudice sportivo potrebbe applicare l’art.4 del codice di giustizia sportiva o l’art 39 ed infliggere una sanzione di minore entità".