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ESCLUSIVA TMW - Monopoli, Scienza: "Calcio risorsa fondamentale per il popolo e lo stato: tuteliamolo"TUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Scialla
martedì 31 marzo 2020, 12:34Serie C
di Claudia Marrone
esclusiva

Monopoli, Scienza: "Calcio risorsa fondamentale per il popolo e lo stato: tuteliamolo"

Un periodo che passerà alla storia, un periodo che segnerà per sempre l'esistenza di noi contemporanei.
Un periodo che rimarrà nelle menti di tutti, un periodo nel quale ci si reinventa per poter andare avanti. Attraverso mille modi.
Di tutto questo, ovviamente con tante note anche sul calcio, il tecnico del Monopoli Giuseppe Scienza ha parlato ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com.

Un momento sicuramente difficile. Sappiamo che tiene un diario: cosa annota tra le pagine?
"In questo diario ho annotato dal 10 marzo, giorno in cui è iniziata la reclusione, gli stati d'animo che avevo e che percepivo dalla gente sentendo i notiziari, la situazione che si stava creando, il disagio, il silenzio assordante che percepivo affacciandomi dal balcone. Ho cercato anche di scrivere i momenti storici per quello che riguarda il lavoro, toccando poi l'aspetto familiare: il dolore delle perdite che abbiamo comunque sentito o subito, io in particolare, il disagio di non essere vicino alla famiglia nel momento in cui eravamo in una guerra senza poterla combattere. Tanti di noi, e non solo nel calcio, siamo stati costretti a vivere lontano, nei posti dove lavoriamo. Ho annotato tutto, cronologicamente".

Il diario potrebbe, un giorno, diventare un libro attraverso il quale emerga quello che ha vissuto il calcio nella crisi più grande dal dopoguerra a ora?
"Chi lo sa! Magari un volumetto, un diarietto... però credo saranno altre persone a farlo. Io l'ho fatto per me stesso, ma comunque non escludo che se trovassi qualcuno che mi aiutasse a scriverlo bene, potrei prendere in considerazione la cosa"

Si sottovaluta molto il veicolo sportivo: ma il calcio è ormai un motore dell'economia del paese?
"I problemi sono quelli della sanità, ed è la prima cosa, e il mondo del calcio è stato sensibile a questo. Ho però sentito parlare troppo poco tutti i fenomeni che sui social si permettono di giudicare, parlare e offendere, ma non ho sentito parlare della famiglia Agnelli che invece ha fatto una donazione straordinaria, come l'hanno fatta Zhang, Berlusconi, Totti e tanti altri calciatori famosi, che tante squadre si sono tassate per aiutare ospedali e città. Con loro molti sportivi e gente del mondo dello spettacolo, che hanno fatto la loro parte. Lo sport è un veicolo fondamentale per l'industria, non è solo l'indotto della partita, ma anche tutte le attività parallele che ci sono alle spalle. Anche lo stato attraverso il calcio introita tantissimo, scommesse, IVA, contributi: un club è una grande fonte di reddito per lo stato, e non è possibile pensare che lo stato abbandoni così facilmente il calcio. Chiaro che la sanità è il primo pensiero, c'è da difendere chi sta morendo, ma il calcio deve ripartire. Al di là dell'aspetto economico, lo sport e il calcio sono una risorsa fondamentale per il popolo: se alla gente togliamo questo, in che mondo vivremo? Per questo vanno tutelati".


A tal proposito: giusto ripartire per terminare questa stagione?
"Se ci sono i presupposti per ripartire, si deve ripartire, fare un sacrificio. Capisco la difficoltà delle società, ma anche i presidenti devono fare la loro parte, perché si deve ripartire, e non solo per difendere le famiglie, perché ricordiamoci che in Serie C ci sono contratti normalissimi come quelli delle aziende più classiche. Oltre a questo, anche l'aspetto psicologico: per una popolazione così depressa, mortificata, spaventata, vorrebbe dire tanto tornare a vedere dello sport, il cinema. Se ci sono i presupposti della salute, si deve assolutamente ripartire".

Accennava agli stipendi. Dalla crisi, la Serie C è tra le categorie più colpite: giusto attuare provvedimenti come cassa integrazione?
"La C è la più colpita perché tanti contratti vanno dai 20 ai 40mila euro annui, e uno con quelle cifre li, pur vivendo bene, non si possono fare troppi passi in avanti, e rimanere senza stipendio per dei mesi è un problema, si va in difficoltà. Se inizialmente la cassa integrazione può essere di aiuto sono d'accordo, ma non può essere una cosa continuativa, deve solo permettere sistemare le cose e per poi far ripartire le società. I dipendenti è giusto facciano un passo verso la società, ma il passo deve essere reciproco. Noi, come Monopoli, stiamo facendo quello che è possibile, stiamo cercando di tutelare il nostro presidente perché è con queste figure che il calcio va avanti ma è ovvio che non sono le soluzioni che soddisfano in pieno".

In ultimo, ci sveli una curiosità: recentemente ha dichiarato che prepara con molta cura pranzo e cena. Quale è il suo piatto forte?
"Essendo spesso da solo, nelle mie annate, ogni tanto mi cimento in cucina, e in questo periodo mi sono un po' specializzato. Ho fatto un pollo al forno in crosta, con un preparato di limone, senape e pangrattato... che è una cosa devastante!".