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Fabrizio Biasin: "Inzagheide"TUTTO mercato WEB
sabato 1 ottobre 2022, 06:29Serie A
di Redazione TMW
fonte LINTERISTA.IT

Fabrizio Biasin: "Inzagheide"

Torna la Serie A, l’ultima volta non c’erano nubi di metano in cielo, c’era Di Maio, Carlo d’Inghilterra stava entrando nel mondo del lavoro. Insomma, son passate due settimane ma è sembrata un’era geologica.
Ieri sono tornate le consuete “conferenze pre-gara”, quelle che ti fanno sentire nelle ossa il clima del campionato. Ebbene, Inzaghi si è fatto sentire mica male. Sarà che anche lui non ne poteva più di frasi come “però, che bella la Nations League!” o “evviva! Domani c’è Andorra-Gibilterra!”. Pensa te che roba.

Comunque, analizziamo “frase per frase” l’Inzaghi-pensiero per capire come siamo messi nel giorno più importante, quello di Inter-Roma (vincere è abbastanza importante).
Domanda: “Che partita sarà?”.
Risposta: “Una partita molto impegnativa, fatta di duelli. La Roma è una squadra che si è rinforzata e che ha un grande allenatore. Abbiamo analizzato la sconfitta di Udine per preparare una partita importante che affronteremo con i nostri tifosi”.

Fin qui, converrete, aria frittissima.

Domanda: “Questa pausa ha fatto bene?”.
Risposta: “Lo sapremo domani, dopo la partita. La sconfitta di Udine è arrivata a causa nostra perché abbiamo reso sotto standard. Abbiamo concesso troppo e ci abbiamo messo del nostro. Dobbiamo fare di più a partire da domani”.

Altra aria frittissima, solo che invece della Roma si parla dell’Udinese.

Domanda: “Asllani è pronto a partire da titolare?”.
Risposta: “Domani inizierà lui la partita, sta facendo bene ed è stato scelto da me e dalla società”.

Oh, questa sì che è una presa di posizione. Dice il precisino: “Lo fa giocare solo perché non ha alternative”. Può darsi, ma conta il succo. E il succo è che in assenza di Brozovic, oggi, vedremo il mitologico “vice-Brozovic”. Ha solo 20 anni? Poca esperienza? Forse sbaglierà? Pazienza. L’Inter non lo ha acquistato per preservarlo come i panda, altrimenti avrebbe preso… Un panda. Alé Kristjan, facci vedere quello che sai fare.


Domanda: “Quando rivedremo Lukaku?”.
Risposta: “C’è stato un rallentamento che ci toglie un giocatore importante. Lo staff sta lavorando per recuperarlo in fretta ma servirà ancora un po’ di tempo”.

E questo è certamente un guaio grosso, non tanto per la mancanza di alternative (Dzeko sa ampiamente il fatto suo), ma per “il peso”: il simbolo dello scudetto 2020 servirebbe come il pane, soprattutto in questo momento di brusii e musi lunghi.

Domanda: “Quanto è stato importante sentire la fiducia della società?”.
Risposta: “La società è sempre presente e ci supporta in ogni momento. Parla la mia storia, dove alleno io aumentano i ricavi, si dimezzano le perdite e arrivano i trofei. È stato così alla Lazio ed è così all’Inter”.

Ecco, qui Inzaghi si incazza. E la spara grossa. Cioè, dice una cosa che ha anche senso, ma si espone alla contraerea. “Ok i trofei, ma lo scudetto? Quello non è arrivato”. A guardar bene, però, è meglio un tecnico un filo gradasso e per una volta “fuori dai binari”, di uno timido e rassegnato. Oggi vedremo se la prosopopea si tradurrà in “prestazione” e tre punti, che poi è l’unica cosa che conta.

Tre punti: l’unica cosa che conta.

Non è una ripetizione, solo un modo per far capire che i tre punti sono davvero l’unica cosa che conta (e tre, come i punti, che sono l’unica cosa che conta).