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"Il razzismo si combatte anche a parole". Vaciago sul caso Acerbi-Juan Jesus
"Il razzismo si combatte anche a parole". Titola così un pezzo di commento sulle pagine odierne di Tuttosport, a firma del direttore del quotidiano Guido Vaciago e dedicato alla querelle avvenuta tra Francesco Acerbi e Juan Jesus durante la partita tra Inter e Napoli dell'ultimo fine settimana, con degli epiteti razzisti a fare da spiacevole sfondo.
"Un giorno non sarà più necessario scrivere un articolo del genere - esordisce l'editoriale di Vaciago - Fino ad allora bisogna essere ripetitivi fino alla noia (...) ma non mollare mai, nemmeno di un centimetro, perché il traguardo non è poi così vicino". Prosegue quindi l'autore dell'articolo, inserendo quello che è un riferimento (impossibile che sia involontario) a Palombella Rossa e alla frase di Nanni Moretti: "Le parole sono importanti e non sono solo parole: si parla come si pensa e se si parla male, vuole dire che si pensa male".
Prosegue quindi il pezzo di Vaciago: "Acerbi non deve essere criminalizzato, perché c'è sempre una bella differenza fra quello a cui scappa una parola da non pronunciare e chi pratica sistematicamente il razzismo (...) ma il caso Acerbi non va neanche archiviato con indulgente superficialità". E ancora: "La vicenda di domenica sera va cavalcata per ribadire con forza che quella parola non si usa (...) Acerbi non è un razzista (...) però, ha detto una cosa razzista, se ne penta e continui a combatterlo, il razzismo, anche a parole".
"Un giorno non sarà più necessario scrivere un articolo del genere - esordisce l'editoriale di Vaciago - Fino ad allora bisogna essere ripetitivi fino alla noia (...) ma non mollare mai, nemmeno di un centimetro, perché il traguardo non è poi così vicino". Prosegue quindi l'autore dell'articolo, inserendo quello che è un riferimento (impossibile che sia involontario) a Palombella Rossa e alla frase di Nanni Moretti: "Le parole sono importanti e non sono solo parole: si parla come si pensa e se si parla male, vuole dire che si pensa male".
Prosegue quindi il pezzo di Vaciago: "Acerbi non deve essere criminalizzato, perché c'è sempre una bella differenza fra quello a cui scappa una parola da non pronunciare e chi pratica sistematicamente il razzismo (...) ma il caso Acerbi non va neanche archiviato con indulgente superficialità". E ancora: "La vicenda di domenica sera va cavalcata per ribadire con forza che quella parola non si usa (...) Acerbi non è un razzista (...) però, ha detto una cosa razzista, se ne penta e continui a combatterlo, il razzismo, anche a parole".
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