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Dimarco: "L'Inter non è una squadra come le altre, è speciale. Tatuaggio? Me lo merito"
Durante la festa Scudetto dell'Inter, il laterale nerazzurro e della Nazionale Federico Dimarco ha condiviso le sue emozioni ai microfoni di Sky: "Emozioni indescrivibili, io non ho mai visto una roba del genere. Mi hanno detto che ci sono 200 mila persone, una cosa allucinante. Milano è tutta nerazzurra, è qualcosa di speciale. Dobbiamo ringraziare i tifosi che ci hanno seguito sempre su ogni campo, questa festa se la meritano tutta loro".
Tu fai un percorso che parte da questa gente, ed è un percorso fatto di tanti sacrifici. Cosa significa?
"Un significato speciale, sono partito all'Inter quando avevo 6 anni, poi ho fatto il mio percorso cercando di riguadagnarmi l'Inter. Ho avuto alti e bassi, soprattutto dei bassi. Ma quando sono riuscito a riconquistarmi l'Inter ho cercato di dare sempre il massimo per questa maglia perché merita di essere trattata in maniera speciale. oggi è stato il coronamento di un sogno. Dopo le delusioni di questi anni tra campionato di due anni fa e finale di Champions, penso che oggi sia il regalo più bello di tutti".
Non è stato faticoso stare 6 ore e mezza sul pullman?
"Ma no, quando ci si diverte così non c'è niente di faticoso. Tutto è stato bellissimo".
Uno degli elementi vincenti dell'Inter è stato l'appartenenza. Siete stati una famiglia. Anche voi italiani lo avete trasmesso ai nuovi arrivati e agli stranieri.
"Questo sicuramente, l'Inter non è una squadra come le altre, è speciale. Io e i miei compagni che sono qui da più tempo come me come Barella, Lautaro, Bastoni, Darmian abbiamo sempre cercato di trasmettere l'interismo. io specialmente. Tutti i ragazzi arrivati quest'anno si sono integrati subito alla grande e hanno dimostrato di valere questa maglia. C'è da fare un applauso ai miei compagni, al mister, allo staff, ai dottori, ai fisioterapisti, ai dirigenti, sono stati veramente tutti uniti per centrare un obiettivo. L'abbiamo raggiunto e siamo felicissimi".
Farai un tatuaggio per questo Scudetto?
"Sicuramente sì, me lo merito dai (ride, ndr)".
Questa idea di famiglia riuscirete a trasmetterla anche alla Nazionale?
"Cercheremo di fare il massimo visto che siamo in tanti nerazzurri a rappresentare la Nazionale. Adesso ci godiamo la festa, poi dal 29 maggio penseremo a preparare benissimo l'Europeo".
Il prossimo anno con che si riparte: voglia di confermarsi in campionato oppure puntare alla Champions?
"Guarda io l'anno scorso dopo la finale di Champions ho detto che doveva essere un punto di partenza e così è stato perché su quella sconfitta abbiamo costruito un campionato. Per l'anno prossimo preferisco non dire nulla, penso a godermi questa festa adesso".
Tu fai un percorso che parte da questa gente, ed è un percorso fatto di tanti sacrifici. Cosa significa?
"Un significato speciale, sono partito all'Inter quando avevo 6 anni, poi ho fatto il mio percorso cercando di riguadagnarmi l'Inter. Ho avuto alti e bassi, soprattutto dei bassi. Ma quando sono riuscito a riconquistarmi l'Inter ho cercato di dare sempre il massimo per questa maglia perché merita di essere trattata in maniera speciale. oggi è stato il coronamento di un sogno. Dopo le delusioni di questi anni tra campionato di due anni fa e finale di Champions, penso che oggi sia il regalo più bello di tutti".
Non è stato faticoso stare 6 ore e mezza sul pullman?
"Ma no, quando ci si diverte così non c'è niente di faticoso. Tutto è stato bellissimo".
Uno degli elementi vincenti dell'Inter è stato l'appartenenza. Siete stati una famiglia. Anche voi italiani lo avete trasmesso ai nuovi arrivati e agli stranieri.
"Questo sicuramente, l'Inter non è una squadra come le altre, è speciale. Io e i miei compagni che sono qui da più tempo come me come Barella, Lautaro, Bastoni, Darmian abbiamo sempre cercato di trasmettere l'interismo. io specialmente. Tutti i ragazzi arrivati quest'anno si sono integrati subito alla grande e hanno dimostrato di valere questa maglia. C'è da fare un applauso ai miei compagni, al mister, allo staff, ai dottori, ai fisioterapisti, ai dirigenti, sono stati veramente tutti uniti per centrare un obiettivo. L'abbiamo raggiunto e siamo felicissimi".
Farai un tatuaggio per questo Scudetto?
"Sicuramente sì, me lo merito dai (ride, ndr)".
Questa idea di famiglia riuscirete a trasmetterla anche alla Nazionale?
"Cercheremo di fare il massimo visto che siamo in tanti nerazzurri a rappresentare la Nazionale. Adesso ci godiamo la festa, poi dal 29 maggio penseremo a preparare benissimo l'Europeo".
Il prossimo anno con che si riparte: voglia di confermarsi in campionato oppure puntare alla Champions?
"Guarda io l'anno scorso dopo la finale di Champions ho detto che doveva essere un punto di partenza e così è stato perché su quella sconfitta abbiamo costruito un campionato. Per l'anno prossimo preferisco non dire nulla, penso a godermi questa festa adesso".
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