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La voglia di vincere a tutti i costi, anche a cinque secondi dalla fine
Il contropiede subito dall'Atalanta al minuto novantacinque può essere visto in due maniere. Il primo è senz'altro ingenuità, perché in almeno un paio di occasioni poteva esserci un fallo per bloccare l'azione, concludere il match sull'1-1 e terminare la partita con un pari, con il primo punto in Champions League. Dall'altro c'è la voglia di vincere sempre, quella che caratterizza l'Atalanta da qualche anno a questa parte. Alle volte va bene, come Castagne in Atalanta-Fiorentina oppure Zapata contro il Genoa.
Altre va male, prendendo un contropiede che ha dell'incredibile, quando il cronometro è già ben oltre il quarto minuto e continua la sua corsa solo per un cambio, quello che porta in campo Dodò.
"PRENDERE GOL A CINQUE SECONDI DALLA FINE"... È il rammarico che ha prospettato Gian Piero Gasperini, nella sua prima sfida di San Siro. È la bella parata di Pyatov su Gomez, oppure il pallone calciato da Malinovskyi, con tutto lo stadio che urla al "quasi" gol. Perché non arriva per una questione di centimetri, pochissimi, sicuramente meno di mezzo metro. Però l'Atalanta è anche questo, una squadra che deve crescere più sotto il profilo mentale che sotto quello tecnico-tattico, già ampiamente matura per la coppa dei grandi.
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