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Speciale agenzie - Essere Jorge Mendes. Ritratto della Gestifute, non solo CR7TUTTO mercato WEB
sabato 26 dicembre 2020, 09:30Serie A
di Marco Conterio

Speciale agenzie - Essere Jorge Mendes. Ritratto della Gestifute, non solo CR7

Oggi TMW racconta i profili che scrivono la storia del calciomercato. Un approfondimento ogni 30 minuti nello Speciale Agenzie
Provate a chiedere all'appassionato di calcio cosa sia la Gestifute. Qualcuno saprà rispondere, altri resteranno interdetti. Provate ora a chiedere se abbia mai sentito nominare Jorge Mendes. Il Capitano è più importante del Transatlantico, per quanto la sua agenzia sia l'ammiraglia più ricca del globo terracqueo. Una storia da film, una vita da cinema, della quale è stato scritto praticamente tutto e il contrario di tutto. Di verità ce n'è una, certa e sicura. Jorge Mendes non parla. Non organizza interviste, non vuole apparire ma sa quando farlo. Alle (numerose) premiazioni dei suoi assistiti, per esempio, oppure quando è lui al centro del mondo come al Globe Soccer. E lì si concede a qualche rapida confessione, buona per spalancare i sogni dei tifosi. O dei propri calciatori. O dei club. A che cosa può ambire di diverso, adesso, un uomo che ha fagocitato tante sessioni di mercato? Nell'ultima, l'impatto del Covid s'è fatto sentire per tutti. Ma non per lui. Le stime dicono che abbia movimentato 230 milioni di euro di trasferimenti e dunque decine di milioni di commissioni tra procure e intermediazioni. Cosa potrà fare, adesso, l'uomo di Caminha, dal nord del Portogallo, che ha iniziato da calciatore dilettante ed è arrivato a toccare l'Olimpo con i Palloni d'Oro?

L'indispensabile struttura della Gestifute La verità è che Jorge Mendes è Gestifute ma anche Gestifute è Jorge Mendes. Però, seppur totalizzante, alle spalle ha una struttura indispensabile per il suo operato. Circa 28 persone divise tra dipartimento scouting, media, amministrativo, l'agenzia Polaris che ne cura i diritti commerciali e i social dei clienti, con JM come punta di diamante. Però chi gli sta alle spalle, ora più che mai, è necessario. Perché un tempo, quando iniziò con Nuno Espirito Santo, primo assistito, ex portiere e internazionale lusitano e ora manager del Wolverhampton, era uomo di campo e bottega. Un visionario ma che viveva il suo tempo osservando giocatori, studiandoli, trattando con loro, assistendoli, firmando contratti, rinnovi. E' stato così quando ha aperto le porte al calcio inglese con lo sbarco di Cristiano Ronaldo nel 2003 o con José Mourinho, Paulo Ferreira e Ricardo Carvalho un anno più tardi.

Mendes oggi Quello era Mendes. Quello degli incontri, dei nuovi assistiti, dell'uomo in giacca e cravatta sugli spalti che conquistava un nuovo giocatore o un altro presidente. Oggi è impossibile perché, pur sempre appassionato come allora del suo mestiere, colleziona orologi ma nessuno di questi può superare le 24 ore al giorno. E per spiegare perché il suo ruolo è cambiato, perché adesso non gli sia possibile seguire gli incontri come un tempo, avere pranzi, cene e incontri giornalieri coi propri assistiti, prender fiato è necessario. Cristiano Ronaldo, Ansu Fati, José Mourinho, Pedro Podence, Nelson Semedo, Joao Sousa, Ruben Neves, Bernardo Silva, Gonçalo Guedes, James Rodrigues, Fabinho, Ederson, Rafael Leao, Joao Carlos Teixeira, Joao Felix, Nuno Espirito Santo, Jota, José Sa, Ruben Vezo, Carlos Vinicius, Diogo Jota, Raul Jimenez, Diego Costa, Pepe, Afonso Antunes, André Ribeiro, André Silva, Bruno Jordao, Chiquinho, Danilo Pereira, Falcao, Francisco Trincao, Frederico Silva, Frederico Morais, Guga, Helder Costa, Vitinha, Ivan Cavaleiro, Leonardo Jardim, Joao Cancelo, Joao Carvalho, Joao Moutinho, Matt Doherty, Patricia Mamona, Pedro Neto, Pizzi, Joao Sousa, Ruben Dias, Renato Sanches, Roderick Miranda, Rui Patricio, Vitinha, Ruben Vezo, Yuri Ribeiro. L'ordine è sparso, il valore è infinito. Ecco perché. Mendes oggi ha una priorità ed è quella di tener vive le relazioni con le proprietà e con le più importanti dirigenze del globo. Ed è grazie a queste che poi gli assistiti di Gestifute riescono a mantenere un alto standard sportivo-economico.


Gli uomini giusti al posto giusto Per questo l'agenzia Gestifute ha un campo ristretto di uomini e tutti ben compartimentati. Perché urgono dedizione e prontezza, oltre che la capacità di capire il posto giusto al momento giusto per un giocatore. Gli esempi non mancano e non si tratta solo del desiderio che aveva Cristiano Ronaldo di giocare alla Juventus, che Mendes esaudì. Si tratta per esempio di capire che Bernardo Silva ha ampi margini di rilancio in un club anche più grande di lui: non giocava con continuità al Benfica, è un leader al Manchester City. Si tratta di individuare il momento giusto per il salto, come per Diogo Jota che è da subito leader del Liverpool o come per Rafael Leao che sta lentamente diventando un perno del Milan che verrà. Gestifute è il più grande family business del mondo del calcio, perché è sì in tutto il mondo, con campioni in ogni latitudine, ma mantiene radici fortemente portoghesi. Ed è grazie a questo, anche, che riesce a mantenere stretto il rapporto coi calciatori, con gli assistiti, oltre che col costante lavoro di ognuno degli uomini dell'agenzia. I numeri non mentono, gli assistiti di cui sopra sono praticamente tutti al livello più alto. Non solo Cristiano Ronaldo e i suoi Palloni d'Oro, non solo uno dei tecnici più vincenti dell'ultima era calcistica come José Mourinho, ma anche due che sono considerati il futuro del pallone da tifosi e addetti ai lavori come Joao Felix e Ansu Fati.

Mendes domani Quel che sarà, per Jorge Mendes, lo sa soltanto lui. Del portoghese, Sir Alex Ferguson ha scritto nel suo libro che "è il migliore con cui abbia mai trattato, senza dubbio. Per onestà verso il club e verso i giocatori". Forse potrà essere direttore o presidente, se lo vorrà, oppure potrà continuare a condurre Gestifute come un Transatlantico, alla scoperta di nuovi orizzonti. I rapporti stretti con le società, coi presidenti, coi direttori, coi giocatori. Ha top player in Spagna, Inghilterra, Italia, Portogallo e non solo nelle squadre a lui spesso accostate, dal City al Valencia, dal Benfica al Wolverhampton, ma anche a Juventus, Barcellona, Liverpool, e poi Milan, Aston Villa, Everton e non soltanto. L'ultima sessione è quella che lo racconta meglio. Il mondo in crisi, in recessione, il calcio che crolla. E lui, e la Gestifute, che movimentano calciatori per oltre duecento milioni di euro di cartellino. Sarà lui a scegliere la prossima mossa.