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L'Atalanta può davvero vincere questi Europei
L’ultimo in ordine di tempo è stato Joakim Maehle, esterno della Danimarca, che ieri sera ha dato una qualificazione insperata alla Danimarca. Lo stesso ad avere soccorso per primo Christian Eriksen in quel dannato pomeriggio del Parken di Copenaghen. Preso per dieci milioni - un investimento top per l’Atalanta per un esterno di centrocampo - a gennaio, ora ne vale parecchi di più.
Ma in realtà è tutta l’Atalanta che in questo mese di giugno si sta rivalutando a percentuali bulgare, a forza di gol, giocate e prestazioni. Basta prendere Robin Gosens, uno che di gol in campionato ne ha fatti 11: è bastata la grandissima prestazione con la Germania, un gol, due assist, una spaccata sfortunatamente annullata per quel che poteva essere il temporaneo 1-0. Tutti i fari si sono accesi su di lui, anche quelli fuori dall’Italia. E se Juventus e Inter erano già pronte a cercare di prelevarlo, ora ci si mette il Barcellona. Il problema è sempre quello, la valutazione: 40 milioni di euro (almeno). Rafael Toloi ha già messo in fila due presenze.
Poi Miranchuk, straordinario nella rete contro la Finlandia, che a Bergamo per ora non ha lasciato troppo il segno, anche se negli sprazzi di partita che ha giocato l’anno scorso è stato a tratti fenomenale, seppur con una apatia di fondo che ha ricordato Ilicic. Chissà se dovesse prendere il ritmo cosa potrà fare, per la prossima stagione ci sarà da divertirsi. Infine Malinovskyi: rigore sbagliato, qualche prestazione ottima, ora rischia di non passare il turno con la sua Ucraina, anche se una terza se l’è già messa dietro e le speranze possono lievitare.
Dulcis in fundo, Matteo Pessina: gol contro il Galles a parte, è passato dall’essere una riserva fissa, senza grosse possibilità di giocare considerate le presenze di Gomez e Ilicic, a uno dei migliori centrocampisti d’Italia. Lui non può andare da molte parti, visto che il Milan conserva ancora i l50% dei diritti economici del cartellino. Certo, potrebbe essere un nome per il dopo Calhanoglu, ma con l’Atalanta che rischia di vincere questi Europei anche per lui il prezzo è destinato a salire.
Ma in realtà è tutta l’Atalanta che in questo mese di giugno si sta rivalutando a percentuali bulgare, a forza di gol, giocate e prestazioni. Basta prendere Robin Gosens, uno che di gol in campionato ne ha fatti 11: è bastata la grandissima prestazione con la Germania, un gol, due assist, una spaccata sfortunatamente annullata per quel che poteva essere il temporaneo 1-0. Tutti i fari si sono accesi su di lui, anche quelli fuori dall’Italia. E se Juventus e Inter erano già pronte a cercare di prelevarlo, ora ci si mette il Barcellona. Il problema è sempre quello, la valutazione: 40 milioni di euro (almeno). Rafael Toloi ha già messo in fila due presenze.
Poi Miranchuk, straordinario nella rete contro la Finlandia, che a Bergamo per ora non ha lasciato troppo il segno, anche se negli sprazzi di partita che ha giocato l’anno scorso è stato a tratti fenomenale, seppur con una apatia di fondo che ha ricordato Ilicic. Chissà se dovesse prendere il ritmo cosa potrà fare, per la prossima stagione ci sarà da divertirsi. Infine Malinovskyi: rigore sbagliato, qualche prestazione ottima, ora rischia di non passare il turno con la sua Ucraina, anche se una terza se l’è già messa dietro e le speranze possono lievitare.
Dulcis in fundo, Matteo Pessina: gol contro il Galles a parte, è passato dall’essere una riserva fissa, senza grosse possibilità di giocare considerate le presenze di Gomez e Ilicic, a uno dei migliori centrocampisti d’Italia. Lui non può andare da molte parti, visto che il Milan conserva ancora i l50% dei diritti economici del cartellino. Certo, potrebbe essere un nome per il dopo Calhanoglu, ma con l’Atalanta che rischia di vincere questi Europei anche per lui il prezzo è destinato a salire.
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