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Tutto troppo facile per la Juventus: battuto 2-0 il Genoa senza subire neanche un tiro
Tutto facile per la Juventus, battuto 2-0 un Genoa davvero troppo remissivo grazie ai gol di Cuadrado e Dybala, uno per tempo.
Monologo juventino con gol olimpico
La Juventus ha voglia di rinascita e di interrompere il brutto avvio interno: l’inizio di partita lo testimonia. Locatelli e Bernardeschi scaldano il piede dalla distanza ma i bianconeri trovano il vantaggio su una palla da fermo. Il colpo di genio è di Cuadrado, che al minuto 9 sorprende tutti, da Sirigu ai compagni di squadra, grazie ad una traiettoria velenosissima e perfetta direttamente dalla bandierina. Il monologo bianconero prosegue senza interruzioni, visto che il Genoa non dà alcun segnale di reazione e non riesce mai a tirare per tutto il primo tempo. Sfiorato più volte il raddoppio: in due occasioni con De Ligt, entrambe di testa, poi col gol divorato da Morata a un istante dal fischio su preciso servizio di Dybala. Allegri rientra comunque soddisfatto all’intervallo, Shevchenko no.
Sirigu evita il peggio ma non il gol di Dybala
Chi si aspetta la reazione genoana rimane deluso, il match anzi diventa una sorta di ring o di allenamento attacco-difesa che dir si voglia nella prima metà di ripresa. La Juve confeziona occasioni in serie, ma manca sempre nel momento di colpire. Dybala prima va alto e poi si infrange sulla muraglia umana eretta da Sirigu, lo stesso destino riservato poi anche a De Ligt, Morata (dopo un bel recupero personale), ancora alla Joya (nell’occasione forse più interessante della ripresa favorita da un recupero di Bentancur) e quindi Cuadrado, come a chiudere un ciclo, stavolta però ancora fermato dal pronto portiere ospite. Il tiro su cui Sirigu non può nulla arriva al minuto 81 ed è griffato Dybala: sull’invito di Bernardeschi, stop e mancino a incrociare e far calare in anticipo il sipario. Sul fronte del Genoa, nulla da segnalare: qualcosa sul punto della verve offensiva è stato trovato con l’entrata di Pandev, ma una squadra che non tira nemmeno una volta, né in porta né fuori, non può che tornare a casa con delle profonde ferite da rimarginare.
Rivivi qui la partita con TMW
Monologo juventino con gol olimpico
La Juventus ha voglia di rinascita e di interrompere il brutto avvio interno: l’inizio di partita lo testimonia. Locatelli e Bernardeschi scaldano il piede dalla distanza ma i bianconeri trovano il vantaggio su una palla da fermo. Il colpo di genio è di Cuadrado, che al minuto 9 sorprende tutti, da Sirigu ai compagni di squadra, grazie ad una traiettoria velenosissima e perfetta direttamente dalla bandierina. Il monologo bianconero prosegue senza interruzioni, visto che il Genoa non dà alcun segnale di reazione e non riesce mai a tirare per tutto il primo tempo. Sfiorato più volte il raddoppio: in due occasioni con De Ligt, entrambe di testa, poi col gol divorato da Morata a un istante dal fischio su preciso servizio di Dybala. Allegri rientra comunque soddisfatto all’intervallo, Shevchenko no.
Sirigu evita il peggio ma non il gol di Dybala
Chi si aspetta la reazione genoana rimane deluso, il match anzi diventa una sorta di ring o di allenamento attacco-difesa che dir si voglia nella prima metà di ripresa. La Juve confeziona occasioni in serie, ma manca sempre nel momento di colpire. Dybala prima va alto e poi si infrange sulla muraglia umana eretta da Sirigu, lo stesso destino riservato poi anche a De Ligt, Morata (dopo un bel recupero personale), ancora alla Joya (nell’occasione forse più interessante della ripresa favorita da un recupero di Bentancur) e quindi Cuadrado, come a chiudere un ciclo, stavolta però ancora fermato dal pronto portiere ospite. Il tiro su cui Sirigu non può nulla arriva al minuto 81 ed è griffato Dybala: sull’invito di Bernardeschi, stop e mancino a incrociare e far calare in anticipo il sipario. Sul fronte del Genoa, nulla da segnalare: qualcosa sul punto della verve offensiva è stato trovato con l’entrata di Pandev, ma una squadra che non tira nemmeno una volta, né in porta né fuori, non può che tornare a casa con delle profonde ferite da rimarginare.
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