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Caso Plusvalenze, pubblicate le motivazioni della sentenzaTUTTO mercato WEB
sabato 23 aprile 2022, 09:15Altre notizie
di Ilaria Presta
per Bianconeranews.it

Caso Plusvalenze, pubblicate le motivazioni della sentenza

Nel corso della giornata di ieri, come riporta La Gazzetta dello Sport, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza in merito al caso plusvalenze con cui il Tribunale federale ha prosciolto le 11 società e i 59 dirigenti sotto inchiesta e deferiti dalla Procura Figc, tra cui i vertici della Juventus e del Napoli. Non è, infatti, stato ritenuto attendibile il metodo con cui la Procura stessa ha definito il valore dei singoli giocatori coinvolti nelle operazioni sospette. 

Si legge nel documento firmato dal presidente Carlo Sica: "Il metodo di valutazione adottato dalla Procura federale può essere ritenuto “un” metodo di valutazione, ma non “il” metodo di valutazione. Il Tribunale ritiene che non esista o sia concretamente irrealizzabile “il” metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore. Tale valore è dato e nasce in un libero mercato, peraltro caratterizzato dalla necessità della contemporanea concorde volontà delle due società e del calciatore interessato. E non è un caso che nella stessa Relazione dell’attività inquirente si faccia riferimento alla difficoltà di individuazione del fair value perché non assistito da un adeguato livello di elaborazione scientifica. Il valore di mercato di un diritto alle prestazioni di un calciatore rappresenta il valore pagato dalla società acquirente al termine di una contrattazione libera, reale ed effettiva di quel diritto sul mercato di riferimento; e il libero mercato non può essere guidato da un metodo valutativo (quale che esso sia) che individui e determini il giusto valore di ogni singola cessione. Una volta ritenuto non utilizzabile il metodo di valutazione posto dalla Procura Federale a fondamento del deferimento e in assenza di una disposizione generale regolatrice, consegue che le cessioni oggetto del deferimento stesso non possono costituire illecito disciplinare".