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CHIELLINI: "Il primo dei sei scudetti emozione unica, è stata una rinascita. Il mio esordio in bianconero..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 16 ottobre 2017, 14:55Primo piano
di Rosa Doro
per Tuttojuve.com

CHIELLINI: "Il primo dei sei scudetti emozione unica, è stata una rinascita. Il mio esordio in bianconero..."

Dodici anni: tanto è trascorso dall'esordio di Giorgio Chiellini in bianconero, avvenuto il 15 ottobre del 2005 nel match tra Juventus e Messina. In un'intervista rilasciata a JTV il numero tre bianconero ha raccontato alcune tappe della sua carriera: 

14 OTTOBRE 2005: L'ESORDIO IN BIANCONERO

«C'era tantissima emozione: ero arrivato da due mesi ma, come capita a tutti i giovani che arrivano alla Juventus, ci è voluto un po' di tempo per entrare in una squadra di campioni, basti pensare che in quella partita ho sostituito un Pallone d'oro e quello che oggi è il nostro vice-Presidente, Pavel Nedved. Quando arrivi qui, sei catapultato in un'altra realtà ed all'inizio si fatica un po', ma piano piano sono riuscito a conquistarmi il mio spazio».

6 MAGGIO 2012: IL PRIMO DEI SEI SCUDETTI CONSECUTIVI

«Le emozioni che ho provato a Trieste sono paragonabili soltanto alla vittoria che abbiamo lasciato a Berlino e Cardiff, perché quello Scudetto è arrivato dopo tanti anni di sofferenze, al termine di un'annata incredibile con una rincorsa sul Milan da imbattuti. Dopo tante difficoltà, quella è stata una rinascita: c'era una tensione incredibile in quella settimana e l'esplosione di gioia vissuta a Trieste è stata una delle più grandi che abbia mai vissuto».

20 MAGGIO 2015: IL GOL IN FINALE E LA COPPA ITALIA DA CAPITANO

«Quella fu una partita speciale, perché segnai e dedicai il gol a mia figlia, che sarebbe nata pochi mesi dopo. Fu la mia prima coppa alzata da Capitano e rappresentà un'emozione forte, il primo trofeo di un triennio di tre "doblete" consecutivi che ci ha fatto davvero sognare. Nel 2015 e nel 2017 siamo stati ad un passo dalla storia, quando ci si ripensa resta sempre un po' di delusione ma anche la consapevolezza di avere fatto qualcosa di straordinario».