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La virologa Gismondo: "Allo stadio come a teatro, si può. Perché tanti timori se c'è il permesso?"
"Allo stadio come a teatro, si può". Musica e parole di Maria Rita Gismondo, virologa dell'ospedale 'Sacco' di Milano, che ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere dello Sport: "O tutto aperto o tutto chiuso. Le regole per la sicurezza, distanziamento e mascherine obbligatorie, valgono per uno stadio come per gli spettatori dell’Opera. Fermo restando che sono entrambe situazioni che si svolgono all’aperto e che le regole di accesso contingentato sono più facilmente applicabili in uno stadio. Ovviamente in entrambi i casi occorre rigidità massima per le regole. Non si possono concedere né indulgenze né deroghe di vario tipo".
La dottoressa Gismondo si è poi soffermata sulle misure che bisognerebbe adottare per andare nuovamente a gustarsi le partite allo stadio: "Mascherine obbligatorie ovunque, niente vendita di cibi e bevande nello stadio, termo-scanner come negli aeroporti internazionali, rigido distanziamento sociale tra gli spettatori, ossia almeno un metro e mezzo ai lati e avanti e indietro attorno a chi è seduto o in piedi, multa a chi toglie la mascherina. Così gli stadi possono esseri aperti subito, con la ripresa del campionato. Se è stato concesso il permesso agli spettacoli all’aperto, perché tanti timori per gli stadi?".
E per quanto riguarda la capienza, grossomodo si dovrebbe ridurre quella dei vari stadi fino. Un 20% pieno potrebbe esserci, all'incirca, come spiega la virologa: "Mantenere vuoti i posti avanti, dietro e ai lati è una giusta garanzia di sicurezza. I calcoli spettano a chi gestisce queste strutture. Dare numeri limite come si è fatto per lo spettacolo è senza senso, i numeri vanno dati in base alle capienze. All’aperto poi il virus se presente è comunque più diluito nell’aria".
La dottoressa Gismondo si è poi soffermata sulle misure che bisognerebbe adottare per andare nuovamente a gustarsi le partite allo stadio: "Mascherine obbligatorie ovunque, niente vendita di cibi e bevande nello stadio, termo-scanner come negli aeroporti internazionali, rigido distanziamento sociale tra gli spettatori, ossia almeno un metro e mezzo ai lati e avanti e indietro attorno a chi è seduto o in piedi, multa a chi toglie la mascherina. Così gli stadi possono esseri aperti subito, con la ripresa del campionato. Se è stato concesso il permesso agli spettacoli all’aperto, perché tanti timori per gli stadi?".
E per quanto riguarda la capienza, grossomodo si dovrebbe ridurre quella dei vari stadi fino. Un 20% pieno potrebbe esserci, all'incirca, come spiega la virologa: "Mantenere vuoti i posti avanti, dietro e ai lati è una giusta garanzia di sicurezza. I calcoli spettano a chi gestisce queste strutture. Dare numeri limite come si è fatto per lo spettacolo è senza senso, i numeri vanno dati in base alle capienze. All’aperto poi il virus se presente è comunque più diluito nell’aria".
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