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Stefano Pioli è il vero Special One del campionato italiano
Stefano Pioli ha vissuto una carriera sui pedali. Salite e fatiche, etichette e normalizzazioni. Poi il compito più duro, quello di essere padre di un gruppo di ragazzi che perdono un fratello maggiore. A Firenze è stato una guida, un riferimento, un appiglio, dopo la tragica scomparsa di Davide Astori. E' emerso l'uomo, quel che il calcio nasconde e non fa mai vedere, dietro a patine dorate e platinate. Pioli ha dimostrato il suo essere maiuscolo, dismessi i panni del tecnico ma ancora, in panchina, non c'era la controprova di tutta la sua grandezza, della capacità di essere un allenatore leader non solo nella cattiva sorte.
Al Milan ha costruito qualcosa di bello e speciale. Lo ha fatto in un momento difficile per tutti, gli stadi vuoti e le paure, i timori, la solitudine. Lì il Milan ha dato il meglio ma pure lì, si diceva, che fosse facile lontano dalle pressioni, dalle prime difficoltà vere e non rarefatte e surrogate da spalti vuoti. Invece no. Invece il Milan ha dimostrato di esserci lì e anche adesso. Anche quando le cose si sono fatte più dure, più difficili, anche quando si sono presentate poi gare che in molti dei rossoneri non avevano mai giocato.
Stefano Pioli è riuscito a sublimare le doti di molti, sempre un passo indietro dai protagonismi, sempre lontano dalla copertina. Perché ha lasciato le prime a Rafael Leao, a Theo Hernandez, a Sandro Tonali, a Mike Maignan, a Olivier Giroud. Perché ha saputo rappresentare il meglio possibile di una squadra che è riuscita a tornare sul trono del campionato italiano. Poche uscite a caldo, molta serietà e pacatezza. Non c'è nulla di normale in quel che ha fatto in tutti questi anni Stefano Pioli ma molto di speciale. E la sua carriera sembra come una delle sue amate strade di montagna. Sui pedali, per godersi il panorama e arrivare al traguardo a braccia alzate. Qualunque esso sia, per la gioia d'averlo fatto, con tutto l'animo e con tutto il cuore. Stavolta, il più bello.
Al Milan ha costruito qualcosa di bello e speciale. Lo ha fatto in un momento difficile per tutti, gli stadi vuoti e le paure, i timori, la solitudine. Lì il Milan ha dato il meglio ma pure lì, si diceva, che fosse facile lontano dalle pressioni, dalle prime difficoltà vere e non rarefatte e surrogate da spalti vuoti. Invece no. Invece il Milan ha dimostrato di esserci lì e anche adesso. Anche quando le cose si sono fatte più dure, più difficili, anche quando si sono presentate poi gare che in molti dei rossoneri non avevano mai giocato.
Stefano Pioli è riuscito a sublimare le doti di molti, sempre un passo indietro dai protagonismi, sempre lontano dalla copertina. Perché ha lasciato le prime a Rafael Leao, a Theo Hernandez, a Sandro Tonali, a Mike Maignan, a Olivier Giroud. Perché ha saputo rappresentare il meglio possibile di una squadra che è riuscita a tornare sul trono del campionato italiano. Poche uscite a caldo, molta serietà e pacatezza. Non c'è nulla di normale in quel che ha fatto in tutti questi anni Stefano Pioli ma molto di speciale. E la sua carriera sembra come una delle sue amate strade di montagna. Sui pedali, per godersi il panorama e arrivare al traguardo a braccia alzate. Qualunque esso sia, per la gioia d'averlo fatto, con tutto l'animo e con tutto il cuore. Stavolta, il più bello.
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