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I retroscena tattici e i numeri che hanno convinto la Juventus a prendere Filip Kostic
Filip Kostic è atterrato pochi minuti fa a Torino. Perché la Juventus ha definito l'arrivo del serbo dall'Eintracht Francoforte? Perché ha scelto quello che di fatto è un esterno sinistro mentre, fino a poche settimane fa, cercava un attaccante sinistro per il tridente? Tuttomercatoweb.com ha raccontato i motivi negli scorsi giorni in un editoriale che riproponiamo nei passaggi salienti che riguardano proprio i retroscena.
Le motivazioni tattiche
Nelle idee di Allegri, Filip Kostic è l'esterno perfetto per il 4-4-2. Un'idea che gli uomini mercato condividono a pieno: l'allenatore della Juve non è un dogmatico degli schemi, bensì un allenatore che ha sempre cercato di adattarsi ai giocatori, pur proponendo il suo stile di gioco. Non ci è riuscito con Arthur, con Kulusevski, ma lo ha fatto con molti. E di fatto il centrocampo a quattro, vecchio adagio del calcio italiano, è un rifugio dentro al quale si è spesso accomodato, pur senza un interprete del ruolo vero e proprio. Lo ha fatto negli anni, lì, a sinistra, con Kwadwo Asamoah, lo ha fatto la Juve con Blaise Matuidi e pure con Adrien Rabiot. Interpreti adattati o schemi e movimenti disegnati in base alle esigenze della squadre e alle caratteristiche dei giocatori. Con Kostic no. Il serbo è l'esterno che nelle idee della Juventus darà ampiezza come farà Cuadrado sulla destra. Ma questo non vuol dire che Di Maria verrà sacrificato da ala, che Chiesa verrà utilizzato da fludificante e via discorrendo. La Juventus vuole prendere Kostic perché sa che la stagione è lunga, che ha un allenatore non ancorato a un unico schema e perché a ventinove anni è nel pieno della maturità. E con i suoi numeri pensa sia l'uomo giusto per il salto di qualità.
Numeri da star
Filip Kostic non è un esterno alto da 4-3-3. La sua heatmap, rilevata dal report giocatore di Wyscout, lo dipinge come un fludificante perfetto per il 3-5-2 ma ottimo anche da ala con un 4-4-2. Nei rankings di Comparisonator dell'ultima stagione, da esterno sinistro e da centrocampista offensivo, è il terzo di tutta la Bundesliga per l'assist che porta al tiro. Ben 2,09 ogni 90': significa che dai suoi piedi partono tantissime azioni pericolose. Davanti, per intendersi, Szoboszlai del Lipsia e Raum (ora anche lui al RB) con l'Hoffenheim. Nell'ultima Bundesliga è stato secondo in assoluto per azioni d'attacco fatte, 12,59 ogni 90', dietro soltanto a Coman, e sesto per expected assist, ovvero gli assist che i grandi numeri considerano giusti per portare al gol. Più di uno ogni due partite, davanti oltre a Szoboszlai e Raum ha solo Gnabry e Muller.
Le motivazioni tattiche
Nelle idee di Allegri, Filip Kostic è l'esterno perfetto per il 4-4-2. Un'idea che gli uomini mercato condividono a pieno: l'allenatore della Juve non è un dogmatico degli schemi, bensì un allenatore che ha sempre cercato di adattarsi ai giocatori, pur proponendo il suo stile di gioco. Non ci è riuscito con Arthur, con Kulusevski, ma lo ha fatto con molti. E di fatto il centrocampo a quattro, vecchio adagio del calcio italiano, è un rifugio dentro al quale si è spesso accomodato, pur senza un interprete del ruolo vero e proprio. Lo ha fatto negli anni, lì, a sinistra, con Kwadwo Asamoah, lo ha fatto la Juve con Blaise Matuidi e pure con Adrien Rabiot. Interpreti adattati o schemi e movimenti disegnati in base alle esigenze della squadre e alle caratteristiche dei giocatori. Con Kostic no. Il serbo è l'esterno che nelle idee della Juventus darà ampiezza come farà Cuadrado sulla destra. Ma questo non vuol dire che Di Maria verrà sacrificato da ala, che Chiesa verrà utilizzato da fludificante e via discorrendo. La Juventus vuole prendere Kostic perché sa che la stagione è lunga, che ha un allenatore non ancorato a un unico schema e perché a ventinove anni è nel pieno della maturità. E con i suoi numeri pensa sia l'uomo giusto per il salto di qualità.
Numeri da star
Filip Kostic non è un esterno alto da 4-3-3. La sua heatmap, rilevata dal report giocatore di Wyscout, lo dipinge come un fludificante perfetto per il 3-5-2 ma ottimo anche da ala con un 4-4-2. Nei rankings di Comparisonator dell'ultima stagione, da esterno sinistro e da centrocampista offensivo, è il terzo di tutta la Bundesliga per l'assist che porta al tiro. Ben 2,09 ogni 90': significa che dai suoi piedi partono tantissime azioni pericolose. Davanti, per intendersi, Szoboszlai del Lipsia e Raum (ora anche lui al RB) con l'Hoffenheim. Nell'ultima Bundesliga è stato secondo in assoluto per azioni d'attacco fatte, 12,59 ogni 90', dietro soltanto a Coman, e sesto per expected assist, ovvero gli assist che i grandi numeri considerano giusti per portare al gol. Più di uno ogni due partite, davanti oltre a Szoboszlai e Raum ha solo Gnabry e Muller.
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