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Bosco: “Alla Juve dovrebbero preoccupare le dichiarazioni di Allegri”
Adani e Allegri. Nuovamente (stavolta garbatamente) faccia a faccia a Sky. Inutilmente, visto che ognuno è rimasto della propria idea.
Le opinioni di Adani non devono preoccupare la Juventus. Quelle di Allegri viceversa, sì. Perché Allegri è in buona fede quando dice “non scimmiotterò mai il Barça”. Ed è in buona fede quando spiega che “la Juventus ha il suo dna”. Allegri è un uomo coerente: a lui la gara contro il modesto Torino è sembrata una buona gara.
A me è sembrata (l'ennesima) povera di idee. Dove Cuadrado (assurdamente fischiato) fuori condizione, ha fatto la mezz'ala. Dove Bernardeschi sballottato a destra e a sinistra, esterno e trequartista, la mezz'ala non l'ha fatta. Dove Cancelo è negli ultimi mesi, visibilmente regredito. Dove Kean ha sofferto la ”cura“ Toro in una partita nella quale non ha avuto una palla decente. Ne ha avuta una Ronaldo (dall'ottimo Spinazzola) e l'ha trasformata salendo con stacco da cestista a quota 601 gol: ancora in vantaggio nel suo personale match con Messi.
Io ho visto una (brutta) gara dal risultato prevedibile. Un errore della Juve che ha messo la corona d'alloro sulla testa del carneade Lukic. Un Toro grintoso e niente più. Una Juventus talmente abituata a giocare in modo compassato da non riuscire a tenere ritmo e scambi per più di un minuto. Ma va bene così: la Juve (scudettata è in infradito. Il Toro si sta giocando la Champions.
Giusto così, in un derby finalmente senza polemiche. E con lo striscione della Sud che ha onorato i caduti di Superga .
Ha un problema la Juve: a centrocampo. Dove è lenta. Di piede e di pensiero. Dove sbaglia anche quando non arrischia.
Non è Allegri, avviato ad una riconferma (senza vere alternative) a dover preoccupare Agnelli. Lo dovrebbe essere la sua dichiarata volontà di non cambiare. Invece qualche cosa va cambiato. Nella preparazione, forse nello staff, considerato che ormai uno se ne infortuna in allenamento un secondo in partita. Qualche cosa nel gioco va mutata. La differenza in Europa la fanno tecnica e velocità. Non puoi più permetterti gente che con il piede debole neppure esce di casa .
Allegri che ha bollato le “rivelazioni“ sulla presunta clausola del suo contratto come “più false dei soldi del Monopoly“) non ha accennato a correttivi per la prossima stagione.
Che pesce sia Max Allegri è noto. In quale mare prediliga guizzare, anche. Il problema è che nel Mediterraneo te la giochi. Se solchi l'Oceano non esiste approdo: devi rischiare. Allegri è un capitano che conosce fondali e rotte. Ma non sarà mai Ulisse. Perché Allegri non è divorato dalla voglia (pericolosa, sia chiaro) di “sapere” . Per lui oltre le Colonne d'Ercole c'è solo acqua. Invece oltre Gibilterra, c'è l'America. E un tempo, forse, c'è stata Atlantide.
Le opinioni di Adani non devono preoccupare la Juventus. Quelle di Allegri viceversa, sì. Perché Allegri è in buona fede quando dice “non scimmiotterò mai il Barça”. Ed è in buona fede quando spiega che “la Juventus ha il suo dna”. Allegri è un uomo coerente: a lui la gara contro il modesto Torino è sembrata una buona gara.
A me è sembrata (l'ennesima) povera di idee. Dove Cuadrado (assurdamente fischiato) fuori condizione, ha fatto la mezz'ala. Dove Bernardeschi sballottato a destra e a sinistra, esterno e trequartista, la mezz'ala non l'ha fatta. Dove Cancelo è negli ultimi mesi, visibilmente regredito. Dove Kean ha sofferto la ”cura“ Toro in una partita nella quale non ha avuto una palla decente. Ne ha avuta una Ronaldo (dall'ottimo Spinazzola) e l'ha trasformata salendo con stacco da cestista a quota 601 gol: ancora in vantaggio nel suo personale match con Messi.
Io ho visto una (brutta) gara dal risultato prevedibile. Un errore della Juve che ha messo la corona d'alloro sulla testa del carneade Lukic. Un Toro grintoso e niente più. Una Juventus talmente abituata a giocare in modo compassato da non riuscire a tenere ritmo e scambi per più di un minuto. Ma va bene così: la Juve (scudettata è in infradito. Il Toro si sta giocando la Champions.
Giusto così, in un derby finalmente senza polemiche. E con lo striscione della Sud che ha onorato i caduti di Superga .
Ha un problema la Juve: a centrocampo. Dove è lenta. Di piede e di pensiero. Dove sbaglia anche quando non arrischia.
Non è Allegri, avviato ad una riconferma (senza vere alternative) a dover preoccupare Agnelli. Lo dovrebbe essere la sua dichiarata volontà di non cambiare. Invece qualche cosa va cambiato. Nella preparazione, forse nello staff, considerato che ormai uno se ne infortuna in allenamento un secondo in partita. Qualche cosa nel gioco va mutata. La differenza in Europa la fanno tecnica e velocità. Non puoi più permetterti gente che con il piede debole neppure esce di casa .
Allegri che ha bollato le “rivelazioni“ sulla presunta clausola del suo contratto come “più false dei soldi del Monopoly“) non ha accennato a correttivi per la prossima stagione.
Che pesce sia Max Allegri è noto. In quale mare prediliga guizzare, anche. Il problema è che nel Mediterraneo te la giochi. Se solchi l'Oceano non esiste approdo: devi rischiare. Allegri è un capitano che conosce fondali e rotte. Ma non sarà mai Ulisse. Perché Allegri non è divorato dalla voglia (pericolosa, sia chiaro) di “sapere” . Per lui oltre le Colonne d'Ercole c'è solo acqua. Invece oltre Gibilterra, c'è l'America. E un tempo, forse, c'è stata Atlantide.
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