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ESCLUSIVA TMW - Mutti: "L'Atalanta può sognare, poi deve consolidarsi"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 6 maggio 2019, 15:20Serie A
di Andrea Losapio
esclusiva

Mutti: "L'Atalanta può sognare, poi deve consolidarsi"

"Il problema dell'Atalanta è sempre stato nel vendere bene". Bortolo Mutti analizza il momento dei nerazzurri, quarti in classifica e con l'idea di riuscire a raggiungere la Champions League. "Perché era difficile fare fatturato, vincolando i grandi giocatori al club. Ora c'è un discorso di gestione sana del bilancio".

Se arrivasse il quarto posto...
"Potrebbe cambiare qualcosa in un'ottica di consolidamento. Vorrebbe dire mantenere il leader e affrontare la Champions da protagonista. Potrebbe fare uno step in più, anche se oramai è nelle prime 5-7 squadre a livello Nazionale, quest'anno è davanti a Milan e Fiorentina, a ridosso dell'Inter".

Si può pensare già da grande.
"Ora è nel paradiso, non nel limbo in una situazione anonima. Non sarà facile, però si potrebbe anche sperare".

Lei era all'Atalanta quando è passata di mano dai Ruggeri ai Percassi.
"C'era Alessandro Ruggeri, il padre Ivan aveva avuto questo malore e viveva in una situazione vegetativa. Lui ha fatto quel che poteva, gestiva il club con la sorella, con i limiti della giovinezza. La dirigenza Ruggeri ha dato solidità e spessore, con l'arrivo dei Percassi c'è stata un'altra frontiera. Imprenditoriale ha uno spessore importantissimo, ha fatto crescere la struttura, Zingonia era già un centro importante e ora lo ha rifinito".

E lo stadio.
"Il club è proiettato in un futuro diverso rispetto a qualche anno fa".


Quella di ieri è stata una vittoria fondamentale?
"Ho visto un'Atalanta sicura di se stessa. Nonostante lo svantaggio non si scompone mai, sa quel che vuole, ha grande condizione mentale e fisica. Finisce sempre in crescendo, sa dettare i ritmi della gara con decisione. È sorprendente questo stato di salute. La Lazio si stava giocando molto, ma non c'è stato nulla da fare".

La stagione è iniziata a luglio.
"Probabilmente è merito dell'impostazione del lavoro settimane, Gasperini gestisce i cambi ed è bravo a farli riposare. Tutti si sentono protagonisti, quando manca Ilicic non soffri la sua mancanza, nonostante il carisma e la qualità. Ogni giocatore non viene mai snaturato, ha delle alternative importanti sugli esterni e in difesa, poi c'è l'opzione Pasalic in mezzo al campo".

Merito, insomma, dell'allenatore.
"Al di là di tutto, l'Atalanta è a un livello altissimo e il tecnico non è mai marginale. È il motore e la forza del gruppo. Ha trovato anche una società apprezzata e disponibile, però è chiaro che le sue capacità sono importanti, sfruttando un lavoro di scouting".

In effetti non è più l'Atalanta dei tanti bergamaschi.
"Non ci sono più gli Zenoni, i Bonacina, i Biava. Certo, sono usciti Caldara e Conti, ma poi Kessie e Barrow, c'è più attenzione nel calcio estero. A noi bergamaschi dispiace un poco, ma l'importante è che l'Atalanta riesca ad alzare il livello".

A proposito, un ricordo di Mino Favini?
"Era squisito sotto l'aspetto umano, vedeva lontano, sapeva percepire il talento nei ragazzi. Chi ha avuto la possibilità di crescergli vicino ha soltanto imparato".