Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Altre Notizie
Pochesci: "Juve-Inter non andava giocata. Il Governo ora aiuti le categorie più piccole"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
sabato 14 marzo 2020, 00:04Altre Notizie
di Claudia Marrone

Pochesci: "Juve-Inter non andava giocata. Il Governo ora aiuti le categorie più piccole"

"Ho la tuta perché qua c'è lo stemma dell'Italia, occorre ricordarsi che siamo tutti italiani, e fieri di esserlo".
Esordisce così, negli studi di Sportitalia, l'ex tecnico del Bisceglie Sandro Pochesci. Che poi, senza peli sulla lingua, entra a gamba tesa sui temi caldi di questi giorni, partendo dal match tra Juve e Inter giocato a porte chiuse a causa delle disposizioni circa l'allarme - ora divenuto emergenza - Coronavirus: "Spero non si vedano più gare come Juve-Inter, il calcio ci rappresenta come popolo, senza pubblico non si può stare, e in quell'occasione abbiamo perso tutti: era una partita da non giocare. Sta succedendo qualcosa di impensabile".

Il tecnico scende poi nel dettaglio: "E' vero che si fermano i campionati, ho apprezzato molto che la Lega Pro abbia sospeso il pagamento dei contributi fissati al 16 del mese, le società dovranno solo versare gli stipendi, ma non basta, il Governo deve scendere in campo e aiutare le categorie più piccole. I presidenti sono imprenditori, se non incassano non pagano, il problema non è tanto che così rischiamo di non vedere più i campionati in Italia quanto appunto il collasso dei club. Qua non siamo secondi a nessuno, la gente farebbe carte false per venire nei nostri campionati dove c'è qualità e quantità, ma il Governo deve dare una mano. Anche alle scuole calcio, dove deve riessere data un'educazione ai bambini che, per fare un semplice esempio, non possono bere alla stessa bottiglietta. Sono piccole cose delle quali tutti devono prendere atto".


Si arriva poi ai numeri casi di contagio che tra nelle ultime ore hanno stravolto la Serie A: "I giocatori non sono immuni, non sono delle macchine. E' inutile far allenare le squadre senza controlli, chiaro che ora sono effettuati e vengono fuori le cose: ma credo che proprio i giocatori per primi chiedano controlli, la salute conta più dell'aspetto sportivo. Però ci sono tanti risvolti dovuti allo stop. Giocare a calcio all'inizio è un divertimento, che è un lavoro se ne rendono conto verso i 30 anni, stare chiusi in casa non è facile, devono trovare le soluzioni. Ma vediamo un lato positivo, il riposo fa bene, di sicuro sapranno far gruppo facendosi poi trovare in condizione alla ripresa: da ora in avanti credo sapranno apprezzare meglio le cose. Il calcio italiano ne uscirà alla grande, dalle più grandi disfatte siamo sempre ripartiti al meglio".

Conclude: "Siamo un popolo forte, questo non dobbiamo dimenticarlo. Si parla poco degli infermieri, che sono il vero motore dell'ospedale: i medici sono come allenatori, ma in campo vanno i calciatori, che sono gli infermieri. Sono pochi, diamo loro merito. E facciamo parlare persone che sanno cosa dicono. Non parliamo troppo di calcio, se un campionato non si concluderà non è la fine del mondo, pensiamo prima a combattere questo mostro che non si sa quanto durerà: tutti vogliamo che il calcio riparta prima possibile, ma dobbiamo scegliere lo star bene".